È un'Italia dimenticata. La resilienza di Mancini riparte dai giovani

A Coverciano raduno per le gare di giugno con la pena nel cuore per il Mondiale e dubbi sui club

È un'Italia dimenticata. La resilienza di Mancini riparte dai giovani

Una Nazionale dimenticata e finita lontana dai riflettori. È il suo destino quando non ci sono grandi appuntamenti all'orizzonte, la Nations League che partirà mercoledì prossimo, pure con avversarie di blasone per l'Italia (che tornerà a Milano il 23 settembre per sfidare l'Inghilterra), non ha certo l'appeal di altre manifestazioni. La notte funesta di Palermo del 24 marzo è ormai distante anni luce: non andremo al Mondiale e superata la bufera delle settimane successive, è calato inevitabile l'oblio. Il via vai di calciatori a Coverciano (lo stage di due gruppi con 51 elementi, il ritiro vero e proprio per gli impegni tra il 1° e il 14 giugno con 47 unità - già diventate 45 a causa dei forfait di Berardi e Pinamonti e con i romanisti che arriveranno solo il 2 per godersi qualche giorno di pausa post vittoria della Conference - ha fatto partire la seconda fase del progetto di Roberto Mancini in azzurro.

Un progetto che ha vacillato dopo quel gol della Macedonia del Nord. Nella testa di un ct ambizioso come Mancio si era accesa la lampadina (chiamiamola pure tentazione) di abbandonare la nave. «È chiaro che uno ci pensi dopo la delusione e il fatto di essere fuori per colpa di alcuni episodi, ma la gioia della vittoria dell'Europeo è stata così bella che vale la pena aspettare», le sue frasi all'inizio della fase due. Una fase di resilienza, una sorta di Pnrr manciniano per l'azzurro. Di fatto è come se si ripartisse da zero, anche se ci sono 22 campioni europei tra cui il rientrante Spinazzola (gli altri 4, Castrovilli, Chiesa, Immobile e Toloi, sono infortunati). Ma il saluto di Chiellini («ha fatto la sua scelta che va rispettata, ci parlerò per ringraziarlo», così il ct) contro l'Argentina a Wembley, l'iconico stadio londinese sede del nostro trionfo nel 2021, segna la cesura netta con il periodo precedente. Lo dimostra pure la promozione di sei giocatori dello stage e l'ingresso in gruppo di Scalvini e Pobega, due dei baby promettenti.

L'obiettivo di Mancini è abbassare sempre più l'età media della nostra Nazionale. «Di giovani ne abbiamo bravi, ti chiedi perché non giochino in serie A», ha sottolineato il ct ancora scottato da quel mancato aiuto dei club prima della gara decisiva per il Qatar: «Si poteva fare di più, non so se d'ora in poi la Nazionale verrà finalmente messa al centro dei piani del calcio italiano...». Torna così il vecchio adagio degli stage - ne parlava già Conte nel 2014... -. «Quando ero ragazzo una volta al mese venivamo qua, erano due allenamenti, credo si possa fare anche ora», il messaggio ai naviganti di Mancini.

Germania, Inghilterra e Ungheria, avversarie del girone di ferro della Nations League, saranno il battesimo di fuoco per i giovani in rampa di lancio e che saranno la base del gruppo che dovrà provare a difendere il titolo agli Europei del 2024. Peccato essere spettatori a novembre...

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