Albertini: "Se Tavecchio fa un passo indietro lo faccio pure io"

Documento dei nove che sembra non smuovere Tavecchio dal proprio proposito di candidatura. Albertini, invece, disposto al passo indietro, se prima lo fa Tavecchio

Albertini e Tavecchio, partita a scacchi sempre più stucchevole
Albertini e Tavecchio, partita a scacchi sempre più stucchevole

Le voci che giravano da qualche giorno si sono alla fine tramutate in realtà e nove società del nostro massimo campionato si sono mosse all'unisono, con la volontà di ripartire da capo nella ricostruzione del nostro calcio.

I nove club, tra cui vi sono società di peso coma la Juve, Roma e Fiorentina, ma anche "piccole realtà" quali Sassuolo ed Empoli, hanno infatti avanzato la richiesta ufficiale, ad entrambi i contendenti alla poltrona della FIGC di fare un passo indietro. I nove club hanno fatto sapere che:

"Non darannno il proprio voto a nessuno dei due contendenti", in quanto a loro dire "per rifondare il nostro movimento vi è bisogno di un consenso su larga scala, consenso che ora manca e che quindi dovrebbe spingere Tavecchio ed Albertini a fare un passo indietro".

Pochi minuti dopo la presa di posizione, ieri, in rete il documento in quella che è la sua versione completa. Vi si legge che relativamente all'elezione del massimo dirigente del calcio italiano, che si terrà tra pochi giorni, le nove società, tra cui oltre a quelle già citate vi sono anche Cesena, Sampdoria, Torino e Cagliari, hanno preso la comune decisione di non appoggiare nessuno dei due "competitor". Il motivo sta nel fatto che tutte sono dell'idea che per:

"Fare le riforme necessarie a salvare il calcio italiano vi sia bisogno di un presidente forte di un consenso ampio",

cosa che nessuno dei due candidati è a tutt'oggi e nel prossimo futuro in grado di ottenere. Le nove società si augurano che entrambi i candidati prendato atto del fatto che la maggior parte dei club facenti parte della Lega di A non appoggeranno nesusno dei due e che quindi, tratte le dovute conclusioni, si facciano da parte per il bene del calcio italiano, il quale dovrà trovare una posizione unitaria sul da farsi.

La risposta dei diretti interessati non si è fatta attendere. Il primo a replicare è stato Tavecchio, il quale ha affermato che tale presa di posizione cambia poco la situazione ( e solo qualche minuto fa, a dimostrazione di come vada avanti la sua campagna, ha proposto l'istituzione di un commissario antirazzismo) visto che la maggior parte dei club professionistici continua a sostenerlo. Albertini ha invece affermato di non capire:

"Perchè dovrei essere io a farmi da parte......

538em;">ma se nell'interesse del calcio Tavecchio ritirasse la propria candidatura, sarei pronto a fare altrettanto"

in un balletto che, a questo punto, in pochi comprendono e che rischia di determinare un impasse letale per il nostro calcio sempre più agonizzante.

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