Della frenesia e dei colpi di scena del mercato del calcio abbiamo esempi quotidiani, ma nemmeno durante la finestra di gennaio possono accadere episodi bizzarri come quelli che contrassegnano il mercato della Mlb, la lega americana di baseball: perché lì si gioca sempre, ogni giorno, e quando il 31 luglio si chiudono le trattative possono esserci squadre costrette a rinunciare a un giocatore già vestito per la partita, o che da uno spogliatoio passa all'altro.
Accadde solo 12 mesi fa a Jake Diekman, di Texas, che fu girato ad Arizona a metà pomeriggio, a cancelli dello stadio già aperti al pubblico, e per recarsi al nuovo spogliatoio, dalla parte opposta dell'impianto, prese semplicemente un trattorino e percorse ridendo la pista esterna di terra battuta, mentre alcuni anni fa stessa situazione coinvolse il lanciatore Scott Feldman, ceduto da Houston a Toronto che era l'avversaria della sera stessa. I Blue Jays non volevano utilizzarlo subito, ma la partita andò agli inning supplementari, gli altri lanciatori finirono poco alla volta le energie e l'allenatore dovette mandare proprio Feldman sul monte di lancio: purtroppo per lui subito Carlos Correa, che era stato suo compagno di squadra fino a tre ore prima, batté il doppio della vittoria per gli Astros e tanti saluti.
Nel 1951, in un caso raccontato nel celebre libro The boys of Summer perché fu il primo del genere, i Chicago Cubs cedettero Andy Pafko ai Brooklyn Dodgers, e per raggiungere i nuovi compagni Pafko percorse ben 40 metri: in quei giorni infatti i Dodgers erano in trasferta proprio a Chicago e dunque Pafko non fece altro che andare nello spogliatoio ospiti invece di quello abituale. Dopo la partita gli chiesero un bilancio di quei due giorni e lui rispose «per noi è stato un doppio incontro positivo», al che un cronista ribatté «noi chi, visto che hai giocato con la maglia di entrambe?».
Ai cambiamenti repentini Pafko era del resto abituato: da ragazzino era sulla trebbiatrice nella fattoria di famiglia quando sul piazzale davanti a casa arrivò il general manager di una squadra che lo voleva. Pafko era sceso, si era cambiato, era salito sull'auto ed era andato via. Di diverso genere, ma commovente, il caso di Wilmer Flores dei New York Mets: mentre era in panchina in attesa del suo turno di battuta, fu avvertito da alcuni tifosi, che a loro volta lo avevano letto su Twitter, della cessione a Milwaukee e cominciò a piangere, proseguendo anche quando dovette entrare in campo. Ma gli andò bene, perché l'altro atleta coinvolto non superò le visite mediche.
Oltre il grottesco il caso di John McDonald, che nel 2005 fu ceduto a Detroit da Toronto in cambio - è formula che si usa quando le squadre sono indecise - di un giocatore da stabilire in seguito. Quel giocatore, a novembre, fu lui stesso, che dunque tornò a Toronto e fu ceduto sostanzialmente in cambio di se stesso.
Incertezze del mestiere, ben note alle famiglie: ed è per questo che alcuni anni fa la moglie di un giocatore dei Chicago White Sox, Adam Dunn, a metà luglio preparò quattro valigie e le lasciò fuori dalla porta, pronte per l'eventuale trasferimento rapido di tutta la famiglia. Ma alla fine non servirono.
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