«Gli argentini hanno fatto la figura degli imbroglioni: sapevano di infrangere la legge brasiliana, hanno impedito all'Anvisa (l'ente sanitario che detta le regole anti covid19 nel Paese del samba, ndr) di accorgersene e, con la forza, hanno fatto scendere in campo i quattro giocatori che arrivavano dall'Inghilterra». Entra a gamba tesa sul match tra Brasile-Argentina interrotto a sorpresa l'altroieri Flavio Bolsonaro, il figlio del presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, che invece pare abbia tentato sino all'ultimo di far riprendere l'incontro con una serie di infruttuose telefonate. «La Polizia Federale deve indagare su chi non ha preso i dovuti provvedimenti prima della partita ha continuato uno scatenato Flavio - l'Argentina dovrebbe essere punita severamente. Pelé è più grande di Maradona!». Quasi una dichiarazione di guerra e, naturalmente, in queste ore tra Brasilia e Buenos Aires infuriano le polemiche sul match clou delle qualificazioni per Qatar 2022 sospeso dopo appena 6 minuti di gioco da un'invasione di campo degna di Hollywood della Polizia verde-oro e degli uomini dell'Anvisa.
Inevitabili anche i contrasti tra la Conmebol, la Uefa latinoamericana, e la FIFA, dal momento che è stato l'arbitro, il venezuelano Jesus Valenzuela, a sospendere la partita. E l'arbitro dipende dalla FIFA, al pari delle partite delle qualificazioni del Mondiale, ha chiarito l'ente sudamericano, per poi aggiungere che deve essere Ginevra a decidere «se, quando e dove fare rigiocare la partita». Se, invece, il match sarà deciso a tavolino, a stabilire eventuali punizioni alle due squadre dovrà essere sempre la FIFA. Passibile di sanzioni il Brasile, che ha interrotto quasi manu militari lo svolgimento di una partita in corso ma anche l'Argentina, che ha abbandonato il campo senza provvedere al cambio dei tre giocatori fuori legge per le normative anti-Covid19 dell'Anvisa che considera l'Inghilterra «a grave rischio epidemia» per la variante delta.
Dal canto suo, ieri in un laconico comunicato, la FIFA ha deplorato la sospensione del match. «Ci rammarichiamo per le scene a cui abbiamo assistito», si legge in uno stralcio del comunicato che informa poi come «i primi resoconti ufficiali» siano già «stati inviati», che tutte «le informazioni saranno analizzate dagli organi disciplinari competenti» ed «una decisione sarà presa a tempo debito». Quando non è dato sapere. Con il presidente Infantino che chiede la collaborazione dell'Europa, definendo «folle» quanto è accaduto e ammesso che «dobbiamo fare qualcosa per tutelare la salute dei calciatori e per questo ripensare il calendario internazionale».
«Perché non ci avete avvisato venerdì quando siamo arrivati?!». Questo chiedeva prima di lasciare il campo un infuriato Messi a Neymar, suo compagno di squadra al Psg.
Il busillis di questo scandalo di fatto è tutto in questa domanda: perché la polizia brasiliana non ha avvisato subito, in aeroporto, la delegazione argentina che gli inglesi non potevano essere schierati in campo e, anzi, avendo violato la quarantena, dovevano essere espulsi? I brasiliani ieri giuravano di essersi accorti della falsificazione dei moduli d'ingresso nel Paese degli argentini solo la mattina della partita e che, comunque, li avevano avvisati un paio d'ore prima del fischio d'inizio. Gli argentini, invece, negavano. Alla FIFA l'ardua sentenza.
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