Vettel stavolta è perfetto. E il Cavallino riprende la rincorsa al Mondiale

Ferrari l'auto migliore a Spa e Seb non sbaglia Hamilton 2°. Iella Kimi. E l'halo salva Leclerc

Vettel stavolta è perfetto. E il Cavallino riprende la rincorsa al Mondiale

La pista asciutta. La monoposto più potente. E il fenomeno imperfetto ha vinto al primo giro con sorpasso bello e coraggioso agevolato dal miglior motore del Circus: quello Ferrari, appunto. Sebastiano Vettel ha battuto il fenomeno perfetto, Lewis Hamilton, che quando piove o la corsa si complica non sbaglia mai e però, proprio come il tedesco della Rossa, se il risultato non è quello desiderato inciampa in parole stonate. Ieri l'inglese, a gara finita e sconfitta incassata, ha prima osservato la SF71H e poi sibilato che «la Ferrari forse ha escogitato un trucco speciale... Dovremo lavorare».

Anche fosse, occhio per occhio e dente per dente. Oggi conta che la Mercedes dei molti trucchi passati e presenti e futuri ceda dopo tre edizioni di fila lo scettro delle Ardenne e la Ferrari lo riafferri nove anni dopo il trionfo di Kimi Raikkonen. Da dimenticare il week end del finlandese: senza benzina sabato per colpa del team, e ieri costretto al ritiro. Per lui, fondo rovinato dopo una foratura rimediata nella carambola al via innescata da Hulkenberg quando ha tamponato e sparato in aria il povero Alonso. Se oggi siamo qui a raccontare solo di sport e vittoria e punti e Verstappen 3° è perché l'halo ha graziato Leclerc quando la McLaren dello spagnolo gli è atterrata addosso. «Parla di trucco? Se Lewis è il mago della pioggia, il nostro trucco è essere maghi dell'asciutto» scherza e non scherza Arrivabene informato dell'uscita dell'inglese. «E ora avanti così» aggiunge, «serve serenità, dobbiamo sorridere un po' di più, a partire da me... E ora c'è Monza, dove avremo il dodicesimo uomo in squadra con noi: il pubblico».

Sebastiano fenomeno imperfetto con auto perfetta, motore perfetto, pista e asfalto perfetti e asciutti come piacciono a lui ha condotto gara magistrale. Dal sorpasso sul rettilineo del Kemmel, al giro senza respiro per annullare la sosta anticipata di Hamilton al 21° passaggio. La squadra ha fatto il resto, rispedendolo in pista davanti all'inglese. A quel punto Sebastiano ha ipotecato la vittoria e Lewis si è arreso dopo essere stato costretto ad armeggiare a lungo con i pulsanti per gestire motore e prestazioni. Cinque a cinque il conto fra i due nelle vittorie stagionali, tredici quelle in sella al Cavallino per il tedesco, terzo di sempre appaiato ad Ascari e dietro a Lauda e kaiser Schumi. Soprattutto, Seb ha ridotto a diciassette il distacco da Hamilton. Per dire: domenica in casa e con il dodicesimo uomo, la Ferrari potrebbe tentare di regalare il bis. Magari sperando che Raikkonen sia della partita. Per dire: con due doppiette, a Monza e nell'amata Singapore, Vettel in due gare tornerebbe in testa al mondiale; e con due successi come ieri davanti al rivale, si piazzerebbe a tre punti dal campione Mercedes. Mondiale apertissimo, dunque. Tanto più che proprio dal Belgio, lo scorso anno, era cominciata la rimonta Mercedes ai danni di una Ferrari che, grazie anche degli episodi, era rimasta a lungo in corsa. E la Mercedes di quest'anno, attaccata ai giochi di squadra e alla pioggia, ricorda molto la Ferrari del 2017.

Ecco spiegato il richiamo del capo della Rossa alla serenità, ai sorrisi, perché quando si ha la monoposto più forte serve altro per gestire uomini e mezzi. E «perché con la cattiveria e senza sorrisi non si va da nessuna parte...». Arrivabene ha ragione.

Questa è la strada giusta per trovare la serendipity ferrarista, la «capacità di cogliere e interpretare correttamente un fatto rilevante che si presenti in modo inatteso e casuale». Unico modo per essere più forti della pioggia e degli improvvisi momenti no del suo fenomeno imperfetto.

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