Vita dura per i ct ai Giochi tra droni, spie e fallimenti

In pochi giorni ci si gioca il lavoro di quattro anni. L'Italia e i ritorni di Velasco e Cerioni per vincere

Vita dura per i ct ai Giochi tra droni, spie e fallimenti
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Vita dura per i ct. Nel calcio non si scherza, ma anche alle Olimpiadi qualcuno rischia la fama o la faccia. La prima storia olimpica parigina racconta della furbatina della nazionale canadese femminile, guarda caso di calcio, che ha cercato di spiare, a St Etienne, le neozelandesi prossime avversarie con l'aiuto di un drone. Direte: dove sta la novità? Il calcio è pieno di spie per scoprire un colpo di tacco in più. Spioni nascosti sugli alberi, o dietro i muri, hanno fatto storia e leggenda. La caccia al rebus tattico fa parte del gioco. Magari sarebbe più interessante colpire altre furbate: leggi doping. Ma qui il malcapitato tecnico, considerato fuori organico dal Canada (la ct è la britannica Bev Priestman), è stato processato e messo al bando: condanna a 8 mesi di galera, con sospensione. Fra l'altro il Canada usò lo stesso mezzo per spiare l'Honduras al mondiale 2021. Quindi il vizietto c'è.

La legge francese ha vietato i droni per tutte le questioni legate alla sicurezza dei Giochi e quindi Ciò non toglie che anche tale episodio mostri quanto un ct rischi sempre e più degli altri: se vinci merito di tutti, se perdi le colpe sono tue. L'ultimo caso Spalletti insegna: tecnico apprezzato finchè la nazionale non ha intaccato l'aurea. Mezzo popolo d'Italia ha già il pollice verso. Fra l'altro anche il ct pelatone ha ammesso di affidarsi ai droni. E ne avete visto gli effetti.

Certo è che i tecnici del pallone sono sottoposti a tensioni e accuse di massa che i commissari tecnici di altri sport si sognano. Val la pena ricordare che i giochi di squadra regalano notorietà e responsabilità superiori rispetto ai ct degli sport individuali dove l'atleta è il protagonista assoluto riverito o messo a bersaglio. Poi in Italia siamo specialisti, più che altrove, nel mettere l'uomo della panca al centro del'attenzione. Dunque a render vita dura. E, allora, buoni Giochi a loro ed anche ai Totem che questa volta accompagneranno l'avventura azzurra. Alcuni di ritorno da altre avventure. Riscopriremo le arti magiche di Julio Velasco che, della vita da ct, conosce tutti i risvolti: nel bene e nel male. Ma che, quando si è avvicinato al pallone, ha capito non essere il suo mondo. E come non fidarsi del mitico Fefè De Giorgi, una garanzia quand'era in campo. Resteremo, una volta di più, garantiti da nerbo e occhio da intenditore di Stefano Cerioni: tornato da esperienze straniere, ha ripreso per mano il fioretto azzurro e se ne sono visti i risultati con uomini e donne. Antonio La Torre, il ct dell'atletica, vuol dire fiducia: ha rimodellato il suo mondo con grandi risultati a Tokyo, e agli ultimi europei, ma stavolta ha un compito da ct calcistico: non deludere le attese sennò saranno smorfie. La Torre è un santone come Velasco e Cerioni, ma a ciascuno il suo fardello. Sarà dura per i tecnici del nuoto ed anche per Carlo Silipo e Alessandro Campagna, ex campioni della pallanuoto che guidano rispettivamente le donne e i maschi. Parliamo dei nostri, ma non staranno comodi nemmeno i ct di Usa e Cina che si giocheranno la testa del medagliere, e nemmeno quelli francesi.

Infine un occhio a tecnici nostri che

guidano atleti e nazioni straniere. Scariolo è il portabandiera di questa schiera (ct della Spagna del basket), per il resto gran parte pescati dalla scherma (Magro e Cuomo per citare). Ma nella scherma noblesse obblige.

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