Il volo (sfortunato) Dell'Aquila: rinuncia alla “finalina”

L'oro di Tokyo dice addio a testa alta alle Olimpiadi, sconfitto solo dagli infortuni

Il volo (sfortunato) Dell'Aquila: rinuncia alla “finalina”
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Solo il fisico tradì il bravo cavalier dell'arme. E chissà a Mesagne, la cittadina pugliese che lo ha eletto leggenda, come ci saranno rimasti male.

Tutti assiepati al megaschermo posto davanti alla ex scuola Marconi e lui là, sull'ottagono parigino del Grand Palais, a maledire quella gamba che si è messa a «lanciare» messaggi, sfinito da una lesione tendinea all'adduttore sinistro, come non bastasse la pubalgia che lo aveva fatto anche pensare alla rinuncia.

«Ma alle Olimpiadi non puoi non andare», ha raccontato il re del Taekwondo. Vito Dell'Aquila non ce l'ha proprio fatta. È stato romantico e pacificante il momento finale: il rispetto da parte dell'avversario, l'azero Magomedov, che Dell'Aquila aveva battuto altre volte, quando ha capito che Vito non ce la faceva. L'attesa della fine, eppoi l'abbraccio fra i due dietro le quinte. Così si rispetta un campione e Vito lo è stato in questo triennio da quando, conquistato l'oro dei 58 kg a Tokyo, non si è tirato mai indietro nel raccogliere medaglie e onori: campione del mondo a Guadalajara in Messico nel 2022 e campione d'Europa a Belgrado quest'anno. Questo per dire che il nostro aveva buone chances per replicare l'oro e ritagliarsi un posto da indimenticabile.

I match di ieri se li è giocati tra una domanda e l'altra: ce la faccio? Non ce la faccio? Il primo, contro il kazako Ababakirov, è stata una sfida da roulette russa: ne è uscito vincente all'ultimo colpo. Ma lo aveva rasserenato. «Era l'avversario più temibile con quelle gambe lunghe ed io con la mia pubalgia devo stare attento a come mi muovo». Così aveva svelato il problema: un nemico in più. Il secondo match, quello per la semifinale, con l'ungherese Salim, era stato un ottimistico squillo di tromba dove l'atleta e il campione hanno spolverato il meglio del repertorio. Il terzo incontro una sofferenza, combattimento quasi da fermo e addio sfida all'oro.

Ma pure addio all'Olimpiade. Ha alzato le braccia: niente lotta per il bronzo. «Non credo proprio di farcela», ha raccontato prima di mettersi nelle mani dei medici. È finita così, steso per una ecografia e con un po' di magone.

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