Dalla Vonn a Gut e Jansrud è lo sci dei soliti noti Italia ferma a Paris e Brignone

Dalla Vonn a Gut e Jansrud è lo sci dei soliti noti Italia ferma a Paris e Brignone

In viaggio verso l'Europa e le Alpi senza neve, la coppa del mondo vola verso la Svezia (da venerdì ad Are due giganti e due slalom per donne e uomini) dopo aver lasciato il Nord America con i soliti noti davanti a tutti. A dimostrazione che vincere non è impresa facile, l'unico nome nuovo finito sul gradino più alto del podio finora è quello della gigantista austriaca Eva-Maria Brem, che si è scoperta vincente a 26 anni. Per il resto, da Tina Maze a Lara Gut, da Kjetil Jansrud ad Hannes Reichelt, da Nicole Hosp alla regina Lindsey Vonn, i vincitori di quest'inizio stagione sono campioni più che affermati e anche per quanto riguarda gli azzurri, i due podi sono arrivati da atleti ancora abbastanza giovani ma non certo di primo pelo, visto che sia Federica Brignone che Dominik Paris hanno già in bacheca altri podi e pure una medaglia mondiale. Di certo, la "sorpresa" dell'ultimo weekend è stata Lindsey Vonn, che vincendo sabato la sua sessantesima gara di coppa (e finendo seconda ieri nel superG vinto da Lara Gut) ha messo a tacere chi la dava già per finita dopo averla vista in azione un anno fa, quando in Val d'Isère aveva tentato un rientro forse affrettato davanti agli occhi dell'amato Tiger Woods. Ma una come lei di errori simili può commetterne uno, non due. E così, a testa bassa, con umiltà e grande determinazione, Lindsey si è messa sotto con la rieducazione e con l'allenamento, motivata anche dall'ascesa di Mikaela Shiffrin, di undici anni più giovane, diventata nel frattempo campionessa olimpica di slalom ed entrata nel cuore e nella testa degli americani che seguono lo sci.

Le voci dietro le quinte davano la Vonn fuori forma, lontana negli allenamenti dalle compagne e dalla stessa Shiffrin, e ciò era pure normale per una che aveva rimesso gli sci solo ai primi di ottobre con esercizi basici e qualche porta di gigante. Ma è bastato rimettersi addosso un pettorale con su scritto Lake Louise per farle ritrovare le sensazioni giuste, per riportarla su quel podio che le mancava dal gennaio 2013, un mese prima dell'infortunio ai Mondiali di Schladming.

Difficile che Lindsey possa insidiare Tina Maze o Anna Fenninger nella loro corsa verso la coppa del mondo generale, ma di sicuro non si tirerà indietro per le classifiche di specialità, discesa e superG, e soprattutto per le medaglie dei mondiali, che correrà in casa. Di sicuro lo sci ha ritrovato un grande personaggio e nell'inverno orfano di Svindal e di Miller la notizia fa davvero piacere.

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