Esiste pur sempre un ciclismo sportivo, tenacemente intenzionato a liberarsi degli scandali e dei veleni che lo affliggono ormai da vent'anni. Questo ciclismo, sperabilmente rinnovato e ripulito, continua a proporre grandi avvenimenti, che smuovono platee sempre più folte in tutti i continenti.
Sabato parte il terzo Giro a tappe della stagione e della tradizione: la Vuelta di Spagna. Apre una cronosquadre a Vilanova de Arousa e chiude i giochi la passerella finale di Madrid, domenica 15 settembre.
Come al solito sarà una corsa decisamente montagnosa, con arrivi in quota molto selettivi. Su questo terreno, si profila uno Spagna-Italia molto incerto: da una parte Rodriguez e Valverde, dall'altra i nostri Nibali e Basso.
Non essendo la cronometro a decidere i giochi, come al Tour, la partita diventa molto equilibrata. Dal nostro punto di vista, sarà fondamentale chiarire quanto Nibali è rimasto del Nibali straripante che in maggio vinceva il Giro d'Italia. Dopo quel trionfo, il campione messinese si è concesso molto riposo, per sua stessa ammissione anche troppo. La ripresa non si è rivelata facile, "ma adesso - spiega - sono a buon punto".
Nibali all'esame di spagnolo, allora, con tutti gli occhi addosso. Soprattutto quelli, molto interessati, del cittì azzurro Bettini, che il 29 settembre vorrebbe vederlo in maglia iridata al termine di una complicata corsa mondiale, per le strade storiche di Firenze.
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