«Play true», gioca vero è il claim della Wada, l'agenzia mondiale dell'antidoping, che inaspettatamente ieri ha fatto ricorso contro l'assoluzione di Jannik Sinner. È una fondazione a partecipazione mista pubblico-privata con sede a Montreal, istituita il 10 novembre del 1999 per volontà del Comitato Olimpico Internazionale per coordinare la lotta al doping alla luce degli scandali che travolsero il Tour del 1998 (vinto da Marco Pantani, ndr) e i Giochi del 2002 di Salt Lake City (pattinaggio).
La sede di Losanna che è la stessa del Cio - rimane comunque l'ufficio di coordinamento dell'Europa anche se negli anni sono nate altre sedi coordinative in Asia, Africa, Oceania e America Latina. Finanziata inizialmente per intero dal Cio, oggi riceve da quest'ultimo soltanto metà delle sovvenzioni, mentre la restante parte proviene da alcuni Stati e governi che aderiscono al programma, con l'Italia tra i maggiori contribuenti (nell'aprile del 2021 la cifra era di oltre 900mila euro).
Presidente è il polacco Witold Banka, in sella dal 2020. Vice-presidenti sono un cinese (Yang Yang), un rappresentante della Repubblica Ceca (Jiri Kejval), uno slovacco (Danka Bartekova), un turco (Ugur Erdener), un belga (Ingmar De Vos) e un rappresentante del Sudan (Amira El Fadil). I membri sono un serbo (Nenad Lalovic), un australiano (Richard Colbeck), un giapponese (Kameoka Yoshitani) e un ecuadoriano (Andrea Sotomayor).
Questo il comitato esecutivo, gli uomini della politica, anche se la struttura ha due figure di riferimento. Entrambi sono svizzeri, entrambi di Losanna. La prima figura di riferimento è il 54enne direttore generale, Olivier Niggli. L'altro è Ross Wenzel, da due anni consulente generale dell'Agenzia. Queste sono due figure fondamentali, strettamente legate l'una all'altra. Niggli è un avvocato figlio adottivo di un alto dirigente della Fifa. Wenzel è anche lui avvocato, per anni a capo dell'ufficio legale dell'atletica leggera. Entrambi hanno avuto un ruolo estremamente importante nel discusso e tormentato caso Schwazer. Di Niggli si dice che è un uomo politico riflessivo, a tratti avvolto da parecchi dubbi, ma al proprio fianco ha quello di cui necessita: un consigliere affidabile e deciso come Wenzel. Chi lo conosce assicura che Ross è uomo tosto come pochi. Tutt'altro che accomodante.
Aggettivo che si presta bene alla posizione tenuta dallo spagnolo Carlos Alcaraz, che si è mostrato vicino a Sinner: «Sono sorpreso», dice del ricorso. «Penso che per il tennis non sia proprio un buon segnale. Capisco le sensazioni di Jannik: spero che questa vicenda finisca presto e che possa pensare solo al tennis».
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