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"Il discorso scudetto è chiuso. Vi spiego perché. E la Juve..."

In esclusiva per ilgiornale.it, Alberto Zaccheroni ha toccato diversi argomenti tra cui il momento delicato in casa Milan, della lotta scudetto, di Inter, Juventus e molto altro ancora

"Il discorso scudetto è chiuso. Vi spiego perché. E la Juve..."

Il campionato di Serie A è arrivato ad un punto di svolta importante con l'Inter di Conte che sembra aver tirato l'allungo decisivo per la vittoria finale dello scudetto con il Milan di Pioli e la Juventus di Andrea Pirlo che al momento sono attardate ma speranzose di poter recuperare essendoci ancora 11 giornate da dover disputare. Alberto Zaccheroni è un grande conoscitore del calcio italiano avendo fatto cose egregie con diversi club come Udinese, Inter, Lazio e avendo vinto un fantastico scudetto con il Milan nella stagione 1998-1999

In esclusiva per ilgiornale.it il vincitore della coppa d'Asia quando era commissario tecnico del Giappone ha commentato la flessione del Milan, ha parlato della lotta scudetto, di Inter, Juventus e molto altro ancora:

Zaccheroni, si è dato una spiegazione di cosa sta succedendo ultimamente al Milan?

"Certo, più sale la tensione e più gli infortuni aumentano e questo è un problema per il club. I rossoneri erano primi e tutto andava bene, poi hanno subito il sorpasso e proprio nel momento in cui la tensione saliva per la pressione dell'Inter hanno iniziato a perdere pezzi pregiati e la squadra ne ha risentito. Mollte volte i giocatori purtroppo tendono ad accusare diversi problemi fisici quando si alza il livello di tensione".

Quali sono stati secondo lei i giocatori che sono mancati di più in questo periodo?

"Davanti gli è mancata molto la fisicità di Ibraimovic. Rebic e Leao hanno qualità ma poca sostanza e non penso sia un problema di testa ma proprio di incisività in quel ruolo. L’assenza di Zlatan ha avuto il suo peso perché oltre ai gol e alla prestazione trasmette la convinzione giusta ai suoi compagni- Con lui in campo la squadra cambia, mi sembra che sia evidente anche se non è al top dà sempre qualcosa in più agli altri a livello mentale”.

Pensa che non ci sia anche un problema mentale in questo momento?

"No, non penso proprio che ci sia un deficit a livello mentale. A me il Milan piace come gioca e penso di essere stato uno dei primi a dire che sarebbe resistito fino alla fine. Penso fosse l’unica squadra che potesse competere con l'Inter di Conte per il titolo e continuo a dirlo tuttora nonostante le difficoltà attuali. Anche quando ha perso il derby ho sempre affermato che aveva la forza per restare in gioco perché ha una bella idea di gioco, ha intensità, è una delle squadre che gioca meglio al calcio in Italia".

Capitolo Europa League: ce la farà il Milan a staccare il pass per i quarti di finale contro il Manchester United?

"Io penso che per il Milan non sarà facile ma penso che abbia la testa più libera in Europa rispetto che in campionato, almeno in questo momento. Mi auguro ce la faccia perché ha tutte le carte in regola per potercela fare. I risultati ultimamente non sono arrivati ma questa squadra stecca poche volte a livello di prestazione. Il Milan mi piace perché va in campo di collettivo e se riesce a fare il suo gioco ce la può fare contro chiunque. Io mi sono sempre preoccupato della testa, delle gambe e della prestazione della squadra, le certezze io le lascio agli altri e non mi sono mai detto certo di vincere una partita, bisogna giocarla".

Il Milan è la squadra che la diverte di più in Italia?

"Assolutamente sì. Se uno guarda solo alla proposta di calcio devo dire che è la squadra che mi diverte di più perché fa calcio intenso di qualità, tecnico, fa viaggiare la palla veloce, a terra e come tipo di clacio è quella che gioca meglio di quelle che sono davanti. L'Inter ad esempio è più pratica, più di sostanza, è collaudata e sa quello che vuole fare ed è preparata bene per fare quello. Non è la squadra che palleggia o che cerca di giocare nella metà campo avversaria, parte bassa ma raramente attacca con tanti uomini. Sono filosofie diverse"

Vede ancora aperta la lotta scudetto o è chiusa?

"Io non vedo nessuno che possa contrastare l'Inter che ha ingranato la marcia già da tempo e ha messo ormai il pilota automatico. I nerazzurri hanno trovato la quadra e hanno fisicità superiore rispetto agli altri. Ora sarà dura per chi insegue perché ora è in fiducia ed è difficile che possano cedere. Si possono fare tutti gli scongiuri del caso ma oggi i giocatori che sono all’Inter da diverso tempo scudetto come Perisic per esempio se devono fare due corse in più ne fanno dieci perché hanno la chance di vincere qualcosa dopo tanto tempo e questa non è una cosa di poco conto. La voglia, la fame e la motivazione contano tantissimo".

Qualcuno ha parlato un Milan che rischia di restare fuori dalle prime quattro: è dello stesso avviso?

“Io penso che alla fine il Milan ce la farà e insieme ai rossoneri oltre a Inter e Juventus quella che vedo meglio di tutte è l'Atalanta. Le altre le vedo onestamente un gradino indietro per la lotta alla Champions".

La Juventus senza Champions League può rappresentare un problema per l'Inter?

"Ora basta che la Juventus vinca una partita e si dice che è tornata ma i bianconeri non hanno ancora trovato la quadra e siamo ormai a fine stagione. La Juve alterna troppi alti e bassi, non ho mai visto una grandissima prestazione in questa stagione".

Si può parlare di fallimento Champions League per la Juventus e ha trovato giuste le critiche a CR7?

"Sicuramente è una grandissima delusione, assolutamente un brutto risultato. Io faccio l’allenatore e sono sempre convinto che si vinca di squadra e dunque faccio fatica a dire che la colpa maggiore dell'eliminazione sia stata di CR7. Ha commesso degli errori in partita ma resta comunque un grande attaccante che ha fatto più gol che presenze in carriera. Sulle critiche fanno parte del gioco ma gente come lui o Messi non è abituata a riceverne e dunque è normale che si possa un po' piccare. La cosa che mi chiedo è perché sia stato messo in barriera...lì ha commesso un errore però io non ricordo quasi mai in carriera di averlo visto in barriera e se uno non è abituato l'errore è dietro l'angolo. Sembra una banalità ma in realtà non è così: io mandavo sempre giocatori abituati a starci come ad esempio Bierhoff".

Tornando al Milan: c'è Ibrahimovic che è tornato a dispozione ma andrà in nazionale con la Svezia. Lei da allenatore lo farebbe andare dato che ha avuto tanti infortuni in stagione?

"Lì deve decidere lui perché se è guarito può andare e il mister non può dire nulla. Io piuttosto non l’avrei mandato a Sanremo. Poi si è fatto male e ok però quando aveva preso l’impegno non lo era (sorride; ndr). Io avrei fatto fatica come allenatore a lasciarlo andare, lui sarebbe andato ma poi avremmo discusso di questa cosa. Io le differenze nei calciatori le vedo sempre ma solo nel contratto ma non per difendere la mia immagine ma quella della squadra perché si vince di squadra e ci devono essere delle norme di comportamento valide per tutti. Questa è la mia opinione".

Le manca la panchina? Le piacerebbe tornare ad allenare?

"Guardi, di offerte me ne arrivano spesso anche dall'estero, in Europa e da squadre interessanti e anche recentemente. Ora è il momento di dedicarsi alla famiglia, lascio aperta sempre una piccola finestra perché purtroppo è una malattia quella di allenare (ride; ndr).

Devo ancora decidere cosa fare da grande, se allenare bambini, se mettere su una scuola calcio o altro. Se dovessi scegliere però sarei molto tentato di prendere in mano una squadra per valorizzare la rosa ed esaltare la qualità dei giocatori che ho a disposizione".

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