Il neo premier Mario Monti aveva promesso al capo dello Stato Giorgio Napolitano discontinuità. E discontinuità è stata. In realtà, la nomina di Fabrizio Barca a ministro alla Coesione territoriale è un vero e proprio link con una certa, vecchia politica di stampo assistenzialista. Un dicastero in chiave anti leghista con a capo un vecchio collaboratore di Carlo Azeglio Ciampi con il solito - annoso quanto impossibile - compito di rilanciare il Mezzogiorno. Una mossa che sembra andare contro l'impostazione federalista data dal governo Berlusconi. Tanto che l'ex ministro leghista Roberto Calderoli ha subito commentato: "Se il buongiorno si vede dal mattino, allora è notte fonda e sarò felice di votare contro la fiducia al prossimo esecutivo".
Nei giorni scorsi i lumbard erano in fermento. Mica per i ministeri al Nord. C'era una palpabile irritazione nei confronti del nuovo governo tecnico nelle cui mani adesso c'è la possibilità di mandare avanti o fermare una volta per tutto il federalismo fiscale. D'altra parte Monti lo aveva già annunciato ai giornalisti: "Cerco la coesione fra nord e sud". Insomma, un cambiamento di rotta rispetto al precedente governo, dove c’erano un ministro per i Rapporti con le regioni e la coesione territoriale (Raffaele Fitto) ed un ministro delle Riforme per il federalismo (Umberto Bossi). Il tema del federalismo era stato toccato anche dal presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani al colloquio con Monti. Dal governatore del Piemonte Roberto Cota al governatore del Veneto Luca Zaia, l'appello dei giorni scorsi al premier incaricato è stato pressocché lo stesso: "Non blocchi l'attuazione del federalismo". Dalla Campania, però, Stefano Caldoro aveva tuttavia risposto: "Adesso ribaltiamo l'impostazione leghista". Il governo Monti sarà chiamato a fare una sintesi di queste differenti posizioni. Ma già il fatto che sia stato sopresso il dicastero alle Riforme per il federalismo, fino a settimana scorsa occupato dal Senatùr, la dice lunga sulle politiche che potranno essere messe in campo.
D'altra parte quello conferitoa Barca da Monti è considerato dagli addetti ai lavori a un vero e proprio incarico a sorpresa. Un coup de théâtre, insomma. Laurea in Scienze statistiche e demografiche con indirizzo economico all'università di Roma. E ancora: master of philosophy in economia all'università di Cambridge e visiting professor alle università Mit e Stanford. Il neo ministro alla Coesione territoriale può vantare un curriculum di prim'ordine con studi internazionale: Barca ha, infatti, insegnato nelle Università di Siena, Bocconi, Roma "Tor Vergata", Modena e Urbino e, ora è a capo del dipartimento delle Politiche di sviluppo del ministero dell’Economia e delle Finanze.
La dicitura del ministero è nuova. Ma l'impostazione fa parte del dna del neo ministro che, a partire dal 1998, ha contribuito, al ministero del Tesoro, agli studi sullo sviluppo economico italiano e alla rifondazione delle politiche territoriali di sviluppo. Insomma, Barca fu l'uomo che nella squadra di Ciampi aveva il compito di rilanciare il Mezzogiorno. A cento giorni dal suo insediamento al vertice del neonato Dipartimento politiche di sviluppo, Barca aveva fissato le strategie in un denso rapporto di venti pagine in cui punatava programmaticamente sul riscatto del Mezzogiorno. Una "nuova programmazione economica" per lo sviluppo del Sud Italia e per la ripresa dell'occupazione l'obiettivo del piano strategico. Insomma, un curriculum d'eccezione e, al contempo, un passato che sembra impensierire i leghisti della prima ora.
"Con il nuovo governo il mio atteggiamento sarà costruttivo, certo, se le cose non andranno però sarà mio compito tutelare gli interessi del Piemonte", ha ribadito Cota nella speranza che "non venga bloccato il federalismo". Ancora più netto Calderoli: "E' questo il riformismo di un governo che non ha neanche un dicastero ad hoc per le Riforme? Il Nord non potrà accettare questo ennesimo schiaffo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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