"Stadio vincolato? Il governo decida"

Sala ha tentennato 4 anni su San Siro, ora butta la palla e chiede di chiarire subito

"Stadio vincolato? Il governo decida"

«Se il vincolo sullo stadio di San Siro ci deve essere, è meglio che venga chiarito subito dal governo». É la preghiera del sindaco Beppe Sala, ieri a margine del brindisi di fine anno con la stampa, dopo che il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi ha ribadito che andrà avanti con la richiesta al nuovo sovrintendente (che sarà nominato a breve) di valutare se esista il «vincolo relazionale» che riguarda il significato storico, simbolico e memorialistico di un'opera». E Sgarbi, che due giorni fa ha ricevuto ufficialmente le deleghe, ricorda che era stato bocciato il vincolo monumentale sul Meazza ma «nel 2024 scatterà automaticamente perchè saranno passati 70 anni dall'ultimo intervento significativo». Dopo aver tentennato per quattro anni sul progetto del nuovo stadio di Milan e Inter, ora il sindaco ha gioco facile e lanciare la palla nel campo del governo, dove la posizione di Sgarbi non trova sponde ad esempio nella Lega (Matteo Salvini si è già espresso a favore del progetto dei club). E il ministro alla Cultura? «Non ho mai parlato con Gennaro Sangiuliano del tema - precisa Sala -. In tanti parlano, adesso il problema è fare i fatti. Se deve esserci un vincolo è meglio che sia chiarito subito, penso che saranno anche le squadre stesse a muoversi col governo per capire questa cosa. Sul vincolo automatico dal 2024, non credo riguarderebbe tutto il Meazza». Dopo il dibattito pubblico la giunta comunale si esprimerà entro il 15 gennaio sull'interesse pubblico al progetto dei club e Sala anticipa che a questo punto «credo possa essere confermato. Poi, se ci fosse davvero un vincolo, o le squadre fanno buon viso e ristrutturano il Meazza o traslocano a Sesto San Giovanni, ma io non sono più in grado di rispondere. Non so cosa ne pensi il premier Giorgia Meloni, a questo punto voglio lasciare la palla nel loro campo con l'unica preghiera di essere veloci». Sgarbi insiste: «Aspetto la nomina del nuovo sovrintendente, gli raccomanderò il vincolo». Sul Corriere ha invitato Sala a «concentrarsi piuttosto sul progetto della ruota panoramica che ho tentato di fare quand'ero assessore, lui lavorava come dg in Comune ed era d'accordo». Il sindaco precisa che «in Comune non ci siamo mai incrociati, l'assessore alla Cultura era Finazzer Flory». Era semmai un cavallo di battaglia dell'assessore Maurizio Cadeo, durante la giunta Moratti, ma arrivarono i niet alla grande ruota al parco Sempione. «Non può essere tra i progetti finanziati dal Comune - precisa Sala -. Se un privato su area privata ci chiede l'autorizzazione verificheremo, chiaro che non farei mettere la ruota al Sempione».

Il sindaco torna sulla questione dei conti, «dobbiamo lavorare sulla rimodulazione dei servizi per recuperare circa 50 milioni» spiega, sotto esame anche il contenimento degli orari in cui c'è maggiore domanda in musei, biblioteche o piscine per tagliare i costi della bolletta, idem si ragiona sulla frequenza della metropolitana fuori dagli orari di punta. Sul capitolo aumenti delle tariffe (nel mirino mense, impianti sportivi, centri estivi). «La promessa per il 2023 è che cercheremo di evitare che in questa situazione difficile paghino le fasce più deboli della popolazione - afferma -, ogni singola azione su welfare e servizi la gradueremo semmai intensificando di più la logica reddituale. le fasce Isee, in questo momento chi ha di più deve mettere più mano al portafogli. Io credo nella progressività e cercheremo di applicarla quanto più possibile anche a Milano». Ma torna a fare un richiamo al Comune per avere aiuti economici: «La città fa la propria parte e per questo mi permetto di fare questo richiamo, che non è solo a questo governo, che è in campo da così poco tempo che non voglio imputare più de dovuto. Ma Milano prende meno di quanto dà e quando denuncia difficoltà non lo fa per capriccio, da gennaio tornerò a discutere col governo perchè abbiamo bisogno di un supporto.

E inviterò Meloni a venire presto a Milano, sarebbe importantissimo sia perché si rendesse consapevole dei nostri problemi e di come darci una mano, ma anche del valore che questa città ha. Lo sa, ma sarebbe utilissima una sua visita».

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