Stendhal incantato da Roma

La reclusione imposta dalla pandemia non ha prodotto solo riflessioni ombelicali

Stendhal incantato da Roma
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La reclusione imposta dalla pandemia non ha prodotto solo riflessioni ombelicali: in alcuni casi fortunati ha consentito agli autori indenni dal tarlo del narcisismo di riscoprire i tesori aneddotici, letterari e politici custoditi nelle vite dei grandi scrittori. Da anni attivo come scrutatore attento e selettivo della migliore narrativa contemporanea, Raoul Precht è romano, ma vive e lavora a Lussemburgo per il Parlamento Europeo. L'ultima edizione del premio Comisso lo ha visto giungere in finale con un'opera largamente apprezzata dalla critica, Zweig, l'anno in cui tutto cambiò (edizioni BEE), nel quale dispiega un talento biografico ora confermato dalla pubblicazione del bellissimo Quintetto romano (Bordeaux, 260 pagg., 18 euro). Il volume dà voce a celebri visitatori della città eterna fra Ottocento e Novecento: Stendhal, Gogol, Rolland, Lowrie e Cheever; tutti pezzi grossi, variamente folgorati durante un soggiorno che va dalle poche settimane di Lowrie ai quasi due anni di Romain Rolland.

Elusiva e conturbante, Roma si rivela lontana dalla città sorniona e indifferente che a qualcuno fa comodo immaginare, dimostrandosi capace di stigmatizzare la vigliaccheria universale con un colpo di teatro. Descrivere in qualche rigo la particolare sliding door che la città offre ai cinque autori farebbe torto alla ricchezza del volume; basti ricordare la scena in cui Gogol ascolta Belli leggere alcuni sonetti nei quali precipita il carattere di un intero popolo, ricavandone il proposito di sviluppare lo stesso progetto con i suoi russi; o l'episodio in cui la malafede di Cheever, a Villa Borghese, è smascherata nientemeno che dalla statua parlante di Esculapio.

Un discorso a parte meriterebbe il capitolo in cui il liberale, moderno Stendhal, appresa la radice massonica dunque a lui affine - dell'incendio che nel 1823 condusse alla distruzione della basilica di San Paolo fuori le mura, si interroga sul possibile uso criminale delle idee più rispettabili.

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