Storia Il prezzo da pagare

Cosa ci dice sul nostro presente - con l’affidabile precisione del denaro - il catalogo dell’asta milanese di Bolaffi del 29 marzo prossimo? Che il fascismo mussoliniano ormai tira poco, «scoppiato» per troppo presenzialismo; che Hitler si vende bene, ma solo in alcune nazioni e quasi di nascosto; che le Br rimangono un fenomeno inquantificabile, scottante, costoso, che però corre il rischio di rimanere invenduto ancora per molto tempo. Tra i quasi 900 lotti che verranno battuti, infatti, troviamo una fotografia di Benito Mussolini, base d’asta 500 euro, con dedica del soggetto al «Dott. Giulio Clément»; un documento firmato Adolf Hitler sulla carriera del pluridecorato Wilhelm von Apell, prezzo di partenza 1000 euro; e infine un lotto di 17 copie di comunicati delle Brigate rosse, stesi tra il ’74 e il ’78, a 1500 euro. È su questi volantini che si sta appuntando l’attenzione degli addetti ai lavori. Tra di essi, il famigerato n. 6 del 15 aprile 1978: «L’interrogatorio al prigioniero Aldo Moro è terminato (…) Non ci sono dubbi. Aldo Moro è colpevole e viene pertanto condannato a morte».
Si venderà? E a chi? E come vengono stabilite le basi d’asta di simili lotti che, a quanto ci risulta, non hanno “precedenti” su cui basarsi per una stima? «Infatti è stato parecchio difficile quantificare quei 1500 euro - ci dice Alberto Ponti, funzionario del settore aste di Bolaffi e curatore del catalogo insieme a Maurizio Piumatti. Vede, foto autografate da Mussolini ce ne sono a centinaia... di foto ne circolano davvero troppe. Un po’ come le firme di quel grafomane di D’Annunzio, che però tiene il prezzo meglio. Hitler ha sempre i suoi nostalgici o i suoi feticisti, ma pure embarghi come quello dei Paesi anglosassoni... Sono pezzi che hanno un mercato, quindi relative quotazioni. Le Br, invece, restano un’incognita». I volantini all’asta non sono inediti (all’epoca venivano diffusi alacremente). Certo, era compromettente farseli trovare addosso e molti se ne disfarono subito.

«Tuttavia non sono rari - dice Ponti -, il risultato della vendita è legato più alla possibile domanda che ci potrà essere tra il pubblico. Penso che un documento di Napoleone avrebbe attirato meno: questi comunicati della Br, invece, pongono domande ancora brucianti. Forse si venderanno, forse no». Probabilmente sì.

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