L'avaria poi l'inseguimento dei MiG russi: così i caccia svedesi hanno salvato l'aereo spia più veloce del mondo

Alla fine della Guerra fredda, un Sr-71 Blackbird, l'aereo spia più veloce della terra, fu tratto in salvo da una coppia di caccia svedesi mentre era rischiava di essere inseguito da MiG russi. Una storia poco nota che ricorda quanto fossero delicati gli equilibri internazionali

L'avaria poi l'inseguimento dei MiG russi: così i caccia svedesi hanno salvato l'aereo spia più veloce del mondo

Nel passato, quando gli aerei spia svolgevano ancora un ruolo essenziale nel monitoraggio delle attività nemiche oltre cortina, gli ingegneri americani consegnarono al Pentagono un velivolo capace di prestazioni che rimasero irraggiunte non campo militare. Questo aereo, designato come ricognitore strategico, era l'SR-71 Blackbird.

Si dice che il Blackbird volasse così alto e così velocemente - oltre 26 chilometri di altitudine a velocità superiori a Mach 3 - che i piloti potevano "riscaldare il loro pasto" solo poggiando la razione sul piccolo vetro squadrato dell'abitacolo, tanto era il calore, ma soprattutto che il titanio in cui era realizzato, appositamente pensato per espandersi con calore, gli faceva perdere il carburante dalle giunture quando era a terra, tanto da farlo sembrare difettoso a un profano. Ciò che invece non si è detto per molto tempo, è che l'SR-71 Blackbird è stato protagonista di una missione che poteva dare luogo a un'escalation più rischiosa della Crisi degli U-2.

Affiancatore con prestazioni decisamente incomparabili a quelle degli aerei spia U-2 Dragon Lady progettati per la CIA, rivelatisi estremamente vulnerabili una volta tracciati dalle difese aeree schierate dai sovietici e dai cinesi, l'Sr-71 era stato progettato dalla Skunk Works della Lockheed con l'obiettivo di volare più in alto e più velocemente dell'U-2 per non essere tracciati dai radar e non essere raggiunti come gli U-2 dai missili SAM che avevano abbattuto l'U-2 di Francis Gary Powers in Unione Sovietica nel 1960, e quello di Gerald McIlmoyle in missione su Cuba durante la crisi dei missili del 1962. Anno in cui il primo prototipo A-12 dal quale sarebbe derivato, volò nei cieli del Nevada. Decollando dalla pista di una base che diverrà leggenda e origine delle più assurde teorie complottiste: l'Area 51.

Una "spia" intercettata dagli svedesi

Il 29 giugno 1987 un SR-71 in missione Mar Baltico stava volando a una velocità tre volte superiore a quella del suono, a una altitudine di 22mila metri di altitudine lungo la "Baltic Express”, una delle due rotte standard percorse dagli “Hubu” assegnati alle operazioni europee che partivano solo ed esclusivamente dalla base inglese di Mildenhall. L’altra percorreva la la costa occidentale norvegese per raggiungere la penisola fortezza di Kola, dove erano dislocati i sottomarini nucleari sovietici e il grosso della Flotta del Nord. A bordo erano tenenti colonnelli Duane Noll e Tom Veltri.

Ad un tratto uno dei due motori esplose, causando una graduale perdita di quota e una virata verso le coste Svezia, paese neutrale del quale finirono col violare lo spazio aereo sorvolando l'isola di Gotland. Per tale ragione, due caccia JA 37 Viggen che erano già in volo ricevettero l’ordine immediato di intercettare la traccia radar sconosciuta sulle coordinate di Västervik e identificare il velivolo. I piloti svedesi scoprirono ben presto che si trattava di un aereo spia americano in difficoltà oltre che in pericolo; dato che le violazioni sovietiche dello spazio aereo svedese erano estremamente frequenti e una coppia di MiG-25 non avrebbe certo perso l'occasione di intercettare o peggio abbattere un aereo nemico così sofisticato.

Un segreto militare

"Non sapevamo chi ci avrebbe trovati per primi", ricordò il tenente colonnello dell'Us Air Force Tom Veltri, mentre il suo SR-71 continuava a perdere quota e la possibilità di lanciarsi con il paracadute sul Mar Baltico si faceva sempre più concreta. Nel frattempo, l'Aeronautica militare svedese aveva ordinato il decollo immediato di una seconda coppia di caccia Viggen armati per fornire una "scorta" all'aereo spia americano fino al confine con lo spazio aereo della Danimarca.

Ciò che accadde quel giorno rimase coperto dal segreto militare per oltre 30 anni. Quando il rapporto venne desecretato, si scoprì che alcuni MiG-25 sovietici, caccia intercettori supersonici, si erano alzati in volo proprio nello stesso momento. Ciò lasciava ipotizzare che l'avaria al motore del Blackbird fosse stata considerata dai russi un'occasione per abbattere o costringere all'atterraggio l'aereo spia americano e carpire i segreti tecnologici del velivolo che continuava a scattare fotografie delle basi navali e delle installazioni militari strategiche in Unione Sovietica.

Tutto è bene quel che finisce bene

"Vedere l'aereo svedese che ci scortava è stata una liberazione pura". Ammise il pilota americano, aggiungendo: "Sono assolutamente certo che la presenza svedese significasse che altri intercettori erano a distanza e non potevano quindi venire a intercettarci". Il volo dell'SR-71 proseguì fino a una base sicura in Germania Ovest. Dove poté atterrare in sicurezza nonostante la grave avaria.

Il 29 novembre 2018, i quattro piloti svedesi che si resero "angeli custodi" del

Blackbird sfortunato vennero insigniti dell'Air Medal dall'Us Air Force per il servizio reso. Il JA 37 Viggen passò invece alla storia per essere stato l'unico aereo da caccia straniero ad aver intercettato un Blackbird.

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