![La carriera, la bandana, lo strano decesso. Perché la morte di Marco Pantani è ancora un caso](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2024/07/15/1721024990-11836075-large.jpg?_=1721024990)
I punti chiave
"Pantani non era una star, era più come una rock star, aveva un'aura. Aveva tutta l'eleganza del mondo, tutta l'eleganza che è possibile infilare in un piccolo scalatore che io, se devo essere onesto, non avevo". Così il ciclista Lance Armstrong ricordò Marco Pantani nel decennale della sua scomparsa nel 2014. Altri undici anni sono passati da quella toccante lettera e il ricordo del "Pirata" è ancora vivo perché Pantani non è stato solo uno dei più grandi e acclamati ciclisti italiani su strada, ma anche un uomo la cui carriera e la vita si sono mescolati tra grandi successi e momenti drammatici.
Al pari di Gino Bartali e Charly Gaul, Marco Pantani è stato uno dei migliori scalatori di sempre, capace di mettere a segno tempi record su vette importanti (come i Mont Ventoux e l'Alpe d'Huez) e di centrare una delle doppiette più ambite, trionfando nel Giro d'Italia e poi in quello di Francia nello stesso anno (1998). In undici anni di carriera agonistica il Pirata ha collezionato 46 vittorie tra le quali spicca anche la medaglia di bronzo ai Mondiali su strada nel 1995. Oltre ai tanti successi, però, la sua vita è stata costellata da numerosi infortuni e drammi come l'incidente del 1995, quando un Suv lo centrò in pieno durante la Milano-Torino procurandogli la frattura di tibia e perone, e la squalifica dal Giro d'Italia nel 1999 per i valori di ematocrito sopra il limite consentito.
La bandana da "Pirata"
La bandana divenne parte integrante dell'immagine di Pantani tanto da essere associata immediatamente alla sua figura. Era il 1997 quando il ciclista si presentava per la prima volta in strada al tour de France con la bandana sulla testa, un copricapo che gli valse il famoso soprannome di "Pirata". In quell'occasione Marco Pantani mise a segno una delle sue migliori prestazioni sull'Alpe d’Huez, percorrendo la salita in 37 minuti e 35 secondi e stabilendo un record storico. Per Pantani la bandana non era solo un accessorio pratico, con il quale proteggersi dal sole e dal sudore, ma un vero e proprio simbolo di libertà e ribellione, espressione del suo spirito indomabile e della volontà di sfidare le convenzioni.
Il giallo della morte
La squalifica del 1999 segnò un punto di non ritorno per Marco Pantani. Tornato in strada nel 2000 lo sportivo non riuscì a riportarsi ai grandi livelli raggiunti tra il 1995 e il 1998 e, dopo un ricovero per curare la depressione avvenuto nel 2003, il 14 febbraio 2004 venne trovato morto in una camera del residence "Le Rose" a Rimini. L'autopsia rivelò che a causare la morte del ciclista fu un'intossicazione acuta da cocaina e psicofarmaci antidepressivi con conseguente edema polmonare e cerebrale. Sebbene siano passati oltre due decenni la sua morte è ancora un caso "irrisolto" in grado di destare sospetti e misteri al pari di un giallo. Fino ad oggi le tre inchieste che hanno cercato di fare luce sul suo decesso hanno avuto tutte la medesima conclusione: il Pirata non è stato ucciso.
La madre del ciclista non si è mai data pace e lo scorso luglio, a sorpresa, la procura di Trento ha aperto un fascicolo contro ignoti per "associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle scommesse clandestine e collegata al decesso di Pantani". A questo si aggiungono le nuove testimonianze raccolte in merito al caso che rivelano che la stanza, dove fu trovato morto Pantani, venne ispezionata da altre persone prima dell'arrivo della polizia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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