Macron non bada a spese. Un miliardo e quattrocento milioni di euro per ripulire la Senna, dopo un secolo i parigini e annessi potranno tornare a bagnarsi nelle acque della capitale. La Francia cerca di offrire la sua immagine raffinata, profumata come nelle pubblicità di essenze che se non vengono accompagnate dalla lingua di Céline e Baudelaire sembrano semplici lavande anonime. Vecchia storia quella dei miasmi, la reggia di Versailles vantava saloni, specchi, stucchi ma nemmeno un bagno per i quattromila domiciliati. La pulizia, come la Senna, era un'idea come un'altra, si defecava e si orinava dovunque e comunque, si usavano foglie di pannocchia per nettarsi dopo l'uso e l'abuso, ciprie, talchi e erbe bruciate erano utilizzate per mascherare gli olezzi della nobiltà a corte. Eppure i francesi ce la suonano con il loro parfum de vie dimenticando che fu Caterina de' Medici che si portò appresso il profumiere, Renato Bianco che cambiò il nome e il cognome in René le Florentin.
Ora vogliono farci credere che la Senna sia un fiume di acque trasparenti, Anne Hidalgo, prima cittadina di Parigi, si è tuffata vicino alla cattedrale di Notre Dame. Mao nuotò nello Yan Tze e lo seguirono in cinquemila. Non si segnala uguale euforia per il sindaco parigino. Qualcuno usma a distanza i profumi di Versailles.
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