Il talento, i Lakers, l'eredità. La morte di Kobe Bryant che sconvolse il mondo

Il 26 gennaio 2020, alle ore 9:47, una stella si è spenta nel firmamento dell'NBA. Quella stella era Kobe Bryant sportivo carismatico e uomo dai grandi valori

Il talento, i Lakers, l'eredità. La morte di Kobe Bryant che sconvolse il mondo
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Il 26 gennaio 2020, alle ore 9:47, una stella si è spenta nel firmamento dell'NBA. Quella stella era Kobe Bryant. Il fuoriclasse dei Los Angeles Lakers aveva 41 anni, quando rimase vittima di un drammatico incidente aereo, nel quale morirono anche la figlia Gianna, 13 anni, e altre sette persone. Quel giorno di cinque anni fa il mondo ha perso un talento innato, uno sportivo carismatico ma anche un uomo generoso dai grandi valori.

Cresciuto all'ombra dei canestri delle migliori squadre di basket italiano, Kobe Bryant conquistò i talent scout dei Lakers nel 1996, quando lui era ancora minorenne, e alla formazione di Los Angeles Bryant rimase fedele per vent'anni cioè fino al ritiro. Noto per il suo stile di gioco aggressivo e la sua incredibile capacità di segnare, Black Mamba è stato uno dei più grandi finalizzatori americani grazie al suo tiro in sospensione, al suo footwork infallibile e la sua abilità nel chiudere le partite. Anche fuori dal campo Bryant ha saputo lasciare un segno indelebile per la sua generosità e il suo attivismo.

L'incidente aereo

La tragica e improvvisa morte del cestista americano scosse il mondo intero e tuttora suscita interesse tra i fan dello sportivo. Il 26 gennaio 2020 Kobe Bryant, la figlia Gianna e altre sette persone si stavano dirigendo a un incontro di basket a bordo di un elicottero. Mezz'ora dopo il decollo il velivolo si schiantò sulle colline di Calabasas nella zona a nord-ovest del downtown di Los Angeles e i passeggeri e il pilota morirono tutti sul colpo.

L'impatto violentissimo con il suolo causò un incendio nell'area del disastro e i soccorsi per cercare sopravvissuti furono tempestivi, ma questo non scongiurò il bilancio drammatico: nove morti. Quel giorno l'elicottero non si sarebbe dovuto alzare in volo per le pessime condizioni meteo ma a causare il disastro non fu il maltempo né un malfunzionamento al velivolo, bensì, un errore umano. Ara Zobayan, pilota esperto che già aveva volato con Bryant, ebbe un "disorientamento spaziale" causato dalla fitta nebbia e delle condizioni meteo proibitive e perse il controllo dell'elicottero, che si schiantò sulle pendici delle colline di Calabasas.

Il libro e la lettera di addio al basket

Al di là del patrimonio lasciato alla moglie Vanessa e alle tre figlie, Kobe Bryant ha lasciato un'eredità importante che rimane scritta nella sua autobiografia, "The Mamba mentality. Il mio basket", pubblicata nel novembre del 2018 e diventata un best seller subito dopo la sua scomparsa. Il libro è salito in vetta alle classifiche di vendite dopo la sua tragica scomparsa e ferma nel tempo quella che era la sua mentalità e la sua idea di basket fatto di fatica e sforzo, determinazione, passione, sogno ma soprattutto compimento di un destino. Kobe Bryant continua a vivere anche attraverso le parole della sua lettera di addio al basket scritta nel 2016, quando scelse di ritirarsi. "Caro basket, dal momento in cui ho cominciato ad arrotolare i calzini di mio padre e a lanciare immaginari tiri della vittoria nel Great Western Forum ho saputo che una cosa era reale: mi ero innamorato di te. Un amore così profondo che ti ho dato tutto dalla mia mente al mio corpo dal mio spirito alla mia anima. Hai chiesto il mio impegno ti ho dato il mio cuore perché c’era tanto altro dietro. Ho giocato nonostante il sudore e il dolore non per vincere una sfida ma perché TU mi avevi chiamato.

Ho fatto tutto per TE perché è quello che fai quando qualcuno ti fa sentire vivo come tu mi hai fatto sentire". Parole profonde e toccanti che raccontano molto di Kobe e del suo essere un vero campione.

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