Sudafrica, Fifa: "Niente mascotte made in China"

Salari infimi e condizioni di lavoro inadeguate: costretta a sospendere la fabbrica cinese che produce Zamuki, il leopardo con la chioma verde mascotte dei Mondiali. E in Sudafrica crescono le proteste per il merchandising prodotto all'estero

Sudafrica, Fifa: "Niente 
mascotte made in China"

Johannesburg - Ha fermato la sua corsa Zakumi, il leopardo dai capelli verdi mascotte ufficiale dei prossimi Mondiali in Sudafrica. Il gruppo Gbg, che gestisce il branding Fifa, ha ordinato all’azienda cinese incaricata di fabbricare il pupazzo di sospendere la produzione giudicando le condizioni di lavoro dei suoi operai inadeguate. Adesso la fabbrica, che ha sede a Shanghai, dovrà mettersi in regola se vorrà mantenere la commessa di Zakumi, il felino antropomorfizzato creato dal disegner Andries Odendaal nel 1994 e ufficializzato come simbolo dei Mondiali il 22 settembre scorso.

Condizioni di lavoro A gennaio scorso un reportage della britannica News of the World denunciò che l’azienda cinese pagava salari "infimi" ai dipendenti, costretti a lavorare in condizioni squallide. Gbg avviò un audit a seguito del servizio e nel rapporto redatto al termine dell’ispezione è stato verificato che la fabbrica non rispetta il codice di condotta stabilito dalla Fifa per i suoi fornitori. In attesa che l’azienda si adegui ai parametri l’autorizzazione alla produzione della mascotte è sospesa.

Grana merchandising Intanto, le organizzazioni sindacali

sudafricane sono sul piede di guerra poiché molti articoli di merchandising della Coppa del Mondo che partirà l’11 giugno prossimo sono prodotti fuori del Paese, afflitto da un tasso di disoccupazione superiore al 25%.

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