"La superstizione è una sabbia, la Natura una roccia"

Chi indaga sulla storia delle istituzioni dovrebbe tenere costantemente presente l'estrema complessità delle cause che hanno formato il tessuto della società umana

Pubblichiamo alcuni stralci del primo tomo del primo volume de Il ramo d’oro di James George Frazer («Uno studio sulla magia e la religione», “L’arte magica e l’evoluzione dei re” (Luni, pagg. 496, euro 38; trad. e cura di Fabrizio Bagatti): l’opera esce in una traduzione dell’edizione completa in dodici volumi, per la prima volta disponibile in italiano.

Chi indaga sulla storia delle istituzioni dovrebbe tenere costantemente presente l'estrema complessità delle cause che hanno formato il tessuto della società umana e dovrebbe stare in guardia da un sottile pericolo accessorio a tutte le scienze: la tendenza a semplificare indebitamente l'infinita varietà dei fenomeni, fissando l'attenzione su alcuni di essi ed escludendo il resto. La propensione a un'eccessiva semplificazione, in effetti, è naturale per la mente dell'uomo, poiché è solo attraverso l'astrazione e la generalizzazione che implicano necessariamente il trascurare una moltitudine di particolari che egli può estendere le gracili facoltà in modo da abbracciare una minima parte dell'illimitata vastità dell'universo. Ma se questa propensione è naturale e persino inevitabile, è tuttavia irta di pericoli, poiché rischia di restringere e falsificare la nostra concezione di qualsiasi oggetto preso in esame. Per correggerla in parte perché correggerla del tutto richiederebbe un'intelligenza infinita dobbiamo sforzarci di ampliare le nostre vedute tenendo conto di un'ampia gamma di fatti e possibilità; e quando lo avremo fatto al massimo delle nostre risorse, dovremo comunque ricordarci che, per la natura stessa delle cose, le nostre idee sono inferiori alla realtà in maniera incommensurabile.

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Ma lo studio comparativo delle credenze e delle istituzioni dell'umanità si presta a essere molto più che un mezzo per soddisfare una curiosità illuminata e per mettere a disposizione materiali per le ricerche dei dotti. Ben condotto, può diventare un potente strumento per accelerare il progresso, qualora metta a nudo alcuni punti deboli delle fondamenta su cui è costruita la società moderna e se mostrerà come ciò che siamo abituati a considerare solido poggia sulle sabbie della superstizione invece che sulla roccia della natura.

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Nel campo della politica l'astuto intrigante, lo spietato vincitore, può finire per essere un governante saggio e magnanimo, benedetto in vita, compianto alla morte, ammirato e applaudito dai posteri. Uomini del genere, per citare due dei casi più eclatanti, furono Giulio Cesare e Augusto. Ma uno sciocco è sempre uno sciocco e quanto più grande è il potere nelle sue mani, tanto più disastroso è l'uso che ne fa. La più grave calamità della storia inglese, la rottura con l'America, non si sarebbe mai verificata se Giorgio III non fosse stato un onesto idiota.

Così, nella misura in cui la professione pubblica della magia influiva sulla costituzione della società primitiva, essa tese a porre il controllo degli affari nelle mani dell'uomo più abile: spostava l'equilibrio del potere dai

molti all'uno: sostituiva una monarchia a una democrazia, o piuttosto a un'oligarchia di vecchi. In generale, infatti, la comunità primitiva è governata non dall'intero corpo dei maschi adulti, ma da un consiglio di anziani.

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