Suvversiv* alla sbarra per violenza privata

A processo i due attivisti che a gennaio avevano sgonfiato le ruote a sei Suv parcheggiati

Suvversiv* alla sbarra per violenza privata
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Dalle prediche sull'«agire subito» per combattere l'emergenza climatica all'aula di tribunale, è passato davvero poco tempo. Era solo il 2020 quando la 27enne Simona Bussi, presentandosi a un evento on line come attivista del movimento transnazionale «Extinction Rebellion Italia», sottolineava l'esigenza di disobbedire in modo «non violento» per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'urgenza di affrontare i temi dell'ambiente. E però a gennaio del 2024 dovrà andare a processo a Milano, insieme a un altro attivista dello stesso movimento, il 33enne Giacomo Baggio, proprio con l'accusa di violenza privata. Ovvero un reato che punisce chi agisce con violenza o minaccia, costringendo gli altri a tollerare qualcosa, modificando il suo comportamento.

Era il gennaio di quest'anno quando secondo le indagini della Digos e della procura di Milano i due hanno pensato bene, in nome del loro presunto attivismo a favore dell'ambiente, di rovinare la giornata a sei ignari cittadini che avevano parcheggiato le loro auto in via Mameli, zona piazza Risorgimento. Gli eco-teppisti infatti, presentandosi come membri del «collettivo delle Suvversiv*», con l'asterisco per indicare lo schwa per la neutralità di genere, hanno approfittato del buio e dell'assenza di passanti era la notte tra il 18 e il 19 gennaio per sgonfiare le ruote di sei piccoli Suv.

«Non prenderla sul personale scrivevano nel volantino sotto i tergicristalli non ce l'abbiamo con te ma con la tua auto di lusso». Lo stesso volantino conteneva dati sull'inquinamento e sull'occupazione dello spazio, oltre che sul maggiore rischio di incidenti con macchina di grossa cilindrata. Così a farne le spese sono stati ignari cittadini, che improvvisamente si sono ritrovati con le gomme a terra, senza alcuna possibilità di utilizzare la propria macchina, in molti casi dovendo annullare gli impegni urgenti della mattinata, lavorativi o ancora più urgenti.

A onor di cronaca va anche detto che non tutti i destinatari dell'azione avevano un'auto di grossa cilindrata, ma c'era anche chi, come l'avvocato

Camilla Gatti - tra coloro che hanno presentato denuncia - si è vista danneggiare il suo piccolo Suv che utilizza «davvero poco». Il pm Enrico Pavone ha mandato i due attivisti a processo con citazione diretta a giudizio.

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