Il Tar annulla lo stop ai talk show nelle tv private E Zavoli: "Ripartano anche in Rai senza politici"

Stop al regolamento dell’Agcom che blocca i talk show in periodo elettorale. Accolta la richiesta di Sky e Ti Media. Lunedì il cda Rai. Schifani: "Dopo elezioni rivedere la legge sulla par condicio". Il Pdl: "Insolito intervento dei magistrati". Bersani: "Riaprire i programmi in Rai". E Santoro esulta

Il Tar annulla lo stop ai talk show nelle tv private 
E Zavoli: "Ripartano anche in Rai senza politici"

Roma - Stop al regolamento dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni nella parte che blocca i talk show in periodo elettorale. Il Tar del Lazio ha accolto la richiesta di Sky e Telecom Italia Media a favore della sospensione del regolamento varato dall’Authority per le garanzie nelle comunicazioni che disciplina la par condicio in vista delle Regionali. Lunedì convocato per le 12 il cda di viale Mazzini. Era stato il Cda infatti a decidere la sospensione dei talk show in applicazione delle regole della Vigilanza. "La sentenza del Tar sulla par condicio dimostra ancora una volta di più quanto sia superata questa legge" ha commentato il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. Ma il Pd ha intimato: "Riprendere subito con i talk show".

La decisione del Tar Il Tar ha accolto la richiesta di sospensiva di Sky e Ti Media "considerato che a conclusione di una prima delibazione - spiegano i giudici nella motivazione - propria della fase cautelare, risultano non sprovviste di profili di fondatezza del ricorso le censure dedotte avverso la delibera impugnata", nella parte in cui è prevista la normativa relativa ai talk show in periodo elettorale, che ha di fatto ha portato alla sospensione dei programmi di approfondimento. "Agli effetti del rispetto del principio della par condicio da parte delle emittenti private - ha spiegato il Tar - i 'programmi di informazioni' vanno distinti 'dalla comunicazione politica radiotelevisiva' e, di conseguenza, è 'illegittima l’applicazione ai primi della disciplina dettata per la seconda'".

L'Agcom annulla il regolamento L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, dopo la sospensione del Tar, ha annullato le disposizioni sulla par condicio. Lo comunica una nota della commissione servizi e prodotti della stessa Agcom, che ne ha dato notizia alla commissione di Vigilanza e invita la Rai a rivedere a loro volta le norme. "L'Agcom - si legge nella nota ufficiale - ha dato comunicazione alla commissione parlamentare di Vigilanza per le valutazioni di sua competenza, in considerazione che i principi che regolano l’informazione e la comunicazione politica nel periodo elettorale sono comuni alla concessionaria pubblica e alle televisioni private e che fino a oggi sono state omogenee le due distinte discipline regolamentari di applicazione. La Csp ha invitato il Cda della Rai a riconsiderare le decisioni assunte".

Riaperta la partita a viale Mazzini Con la bocciatura si riapre la partita sui talk show sospesi in Rai dal cda. Agcom si era mossa in analogia con quanto previsto dal regolamento per la Rai. Ed è su questa interpretazione che si era mosso il cda di viale Mazzini decidendo, a maggioranza, di sospendere Annozero, Ballarò, Porta a Porta e l’Ultima parola fino al voto. Di fatto la decisione di oggi il Tar dà ragione alle emittenti private e boccia la delibera Agcom. Con questo esito, aveva detto Garimberti, "si riapre il cda" sul regolamento. Il consiglio dovrebbe riunirsi lunedì e in teoria dovrebbe riammettere i talk show anche per non creare una disparità con le private. Anche l’Agcom dovrà ora decidere il da farsi, e il Consiglio dell’Authority dovrebbe riunirsi all’inizio della prossima settimana.


Zavoli: "Talk show in Rai senza politici" "Siamo alle strette e i nodi, a due settimane dalle elezioni, vanno sciolti in fretta. Voglio credere che la Rai, a questo punto, decida di rivedere la scelta di applicare nella versione più restrittiva il regolamento approvato dalla commissione di Vigilanza ripristinando i programmi di approfondimento". Lo dichiara il presidente della commissione di Vigilanza, Sergio Zavoli. "Ripropongo - aggiunge Zavoli in una nota - il mantenimento dei talk-show nelle reti della Rai, senza la presenza di politici nè il ricorso a temi riconducibili all’attualità politica. In concreto, l’azienda potrebbe riconsiderare, nella sua autonomia gestionale, una soluzione che, se accolta, corrisponderebbe al più semplice, efficace e ormai ampiamente condiviso degli auspici".

Schifani: "Dopo elezioni rivedere la legge" Il presidente del Senato, Renato Schifani, auspica una revisione della legge sulla par condicio: "Le sentenze possono essere condivise o non condivise ma vanno accettate e rispettate. Quella sulla par condicio è una legge che forse andrebbe un attimo migliorata". Parlando a margine di un convegno sul rischio sismico a Messina, Schifani ha spiegato che a suo giudizio la legge sulla par condicio "forse è un pò superata e obsoleta. Mi auguro - ha aggiunto - che le forze politiche tutte, all’indomani delle elezioni regionali, si pongano questo quesito per lavorare assieme a una rivisitazione di regole forse un pò confuse che andrebbero rese in maniera più chiara".

Il Pdl: "Superata la legge" Gasparri ha puntato il dito contro il Tar dal momento che "Calabrò aveva votato contro l’estensione delle decisioni della Commissione di vigilanza alle emittenti commerciali". "Quindi il Tar conferma le valutazioni di prudenza che erano venute proprio dal presidente dell’Agcom, che era stato messo in minoranza da chi aveva fatto una scelta più che discutibile - ha continuato il senatore Pdl - al di là dei cavilli, anche in questo caso bisogna privilegiare la sostanza. Subito dopo le elezioni vanno varate norme nuove che garantiscano il pluralismo, ma che superino una normativa, quella voluta dalla sinistra che prima l’ha invocata e adesso si lamenta, che crea rigidità eccessive e che apre la strada a un contenzioso interminabile". "La democrazia - ha concluso Gasparri - deve essere garantita da nuove norme che abbiamo già proposto e che vogliamo il Parlamento approvi presto". Sulla stessa linea anche il vicepresidente dei deputati del Pdl, Italo Bocchino: "Al di là del giudizio di merito sulla vicenda del regolamento per la par condicio, è evidente che questa campagna elettorale è caratterizzata da un insolito interventismo della magistratura". Secondo Bocchino, questo "rischia di inasprire rapporti già difficili tra il potere politico e l’ordinamento giudiziario, che invece andrebbero armonizzati nell’interesse del Paese".

Il Pd: "Riprendano subito i talk show" "La sospensione del regolamento Agcom per le tv commerciali decisa oggi dal Tar è una chiara bocciatura della norma-bavaglio imposta dalla destra in commissione di Vigilanza Rai", ha commentato Paolo Gentiloni, presidente Forum ICT del Pd. "Quella norma era in contrasto con la legge sulla par condicio - ha, poi, aggiunto Gentiloni - che distingue chiaramente tra programmi di informazione e tribune elettorali e violava apertamente la sentenza 155 della Corte Costituzionale. Ora la Rai deve intervenire". Anche secondo il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, "tali criteri devono essere fatti propri anche dalla commissione Parlamentare di Vigilanza Rai e che tutto il sistema sia messo nelle stesse condizioni". "Il rischio è che il solo servizio pubblico rimanga ostaggio di norme che limitano libertà e discussione", ha concluso Bersani invitando a "riportare il buon senso e riaprire subito gli approfondimenti informativi che sono stati sospesi nei giorni scorsi".

Santoro: "Smantellato castello d'illegalità" "Si comincia smantellare il castello di illegalità". Michele Santoro, conduttore di Annozero, ha accolto con soddisfazione la decisione del Tar. "Aspettiamo ora di capire le motivazioni - ha, quindi, aggiunto il giornalista - per vedere quanto il Tar intervenga anche se indirettamente sul regolamento della Commissione di Vigilanza". Santoro ha spiegato che ora attenderà dalla Rai un comportamento consequenziale e ricorda di aver sempre sostenuto l’illeggittimità delle disposizioni sulla par condicio.

Sky: "Ristabilita la libertà" Sky Italia accoglie con grande soddisfazione la decisione del Tar del Lazio nella convinzione che ristabilisca il principio di libertà di espressione e sia a tutela anche del mercato. "Sky - spiega una nota - ha da subito contestato la legittimità di questo provvedimento e, come dimostra il dibattito andato in onda il 9 marzo scorso su Sky Tg24 che ha coinvolto tutti i candidati alla Presidenza della regione Puglia, ha scelto da subito di prescindere dalle regole irragionevoli e inapplicabili previste dal regolamento della Par Condicio".

L'emittente di Murdoch è "certa che i 'faccia a faccia' rappresentino una componente fondamentale dell’informazione del cittadino, Sky Tg24 continuerà a proporre nei prossimi giorni appuntamenti tra i candidati alla presidenza delle altre regioni chiamate alla consultazione elettorale".

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