Bari - Nuovo capitolo nella saga-Tarantini. Dopo essere passati da Napoli a Roma, ora gli atti dell'inchiesta arrivano a Bari, dove il procuratore generale presso la Corte d’appello, Antonio Pizzi, dovrà decidere a chi affidare l'indagine.
Il fascicolo sulla presunta estorsione ai danni di Silvio Berlusconi da parte dell’imprenditore Gianpaolo Tarantini, della moglie Nicla Devenuto e di Valter Lavitola è partito dalla Procura di Napoli. Quando il gip si è dichiarato incompetente perché il reato sarebbe avvenuto a Roma, le carte sono passate alla Procura capitolina. Qualche giorno fa un'altra svolta: il Tribunale del Riesame ha deciso che sul caso dovessero indagare i pm di Bari.
In un primo momento si pensava che il caso fosse affidato al procuratore barese Antonio Laudati, a sua volta indagato a Lecce per presunti ritardi nell’inchiesta sulle escort, che si è astenuto. Preso atto della volontà di Laudati di non indagare sulla vicenda, Pizzi ha affidato l'incarico al vice: il procuratore aggiunto Pasquale Drago.
In mattinata i giornalisti sono stati scacciati e interdetti dagli uffici della Procura. L’Ordine dei giornalisti della Puglia ha quindi detto che si tratta di una "scelta che impedisce ai colleghi di svolgere appieno il loro lavoro proprio in un momento in cui è massima l’attenzione sulla Procura di Bari e sugli sviluppi della complessa vicenda che accompagna l’inchiesta sulle escort e la dazione di denaro da parte del Presidente del Consiglio ai faccendieri Lavitola e Tarantini".
L’Ordine ha quindi chiesto di rivedere la decisione "consentendo ai giornalisti, nel rispetto reciproco dei ruoli, di svolgere il loro lavoro garantendo ai cittadini una informazione corretta e completa su una vicenda che, per la rilevanza delle persone coinvolte, è certamente di grande interesse pubblico".
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