Roma - Ancora fango sul presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Da giorni a Bari continuano a rimbalzare indiscrezioni sull’imminente pubblicazione di altre intercettazioni. E puntuali eccole pubblicate sull'Espresso. Mentre sul fronte Pd fioccano avvisi di garanzia, sull'ex braccio destro di Pierluigi Bersani, Filippo Penati, non spunta nemmeno una intercettazione, un assaggio di telefonata o uno spizzico di conversazione. Due pesi e due misure, come al solito. Con un uso che lo stesso Berlusconi definisce "criminale", i pm rendono pubbliche certe telefonate al fine di "sputtanare" il premier.
Le anticipazioni dell'Espresso Valter Lavitola chiamò Silvio Berlusconi dopo la fuga di notizie sull’inchiesta relativa alla presunta estorsione al premier e gli chiese: "Mi presento ai giudici?". Berlusconi gli avrebbe risposto: "Resta dove sei". E' quanto si legge in un’anticipazione dell’Espresso secondo il quale Lavitola si trova a Sofia il 24 agosto "per concludere affari per conto di Finmeccanica", quando apprende dai siti web dell’inchiesta della procura di Napoli che lo riguarda, anticipata dal settimanale Panorama. Quello stesso giorno parla al telefono col premier, che "già in quel momento - si legge nell’anticipazione - sembra essere a conoscenza, come lo erano i giornalisti del settimanale mondadoriano, del lavoro riservato dei pm napoletani e della richiesta di arresto che avevano presentato al gip Amelia Primavera". Lavitola, scrive L’Espresso, "si attacca al telefono e comincia a comporre ripetutamente il numero di Marinella Brambilla, la storica assistente personale del premier... La donna spiega che 'luì è impegnatissimo tra crisi economica e turbolenze politiche: non può rispondere'". Lavitola dalla Bulgaria però insiste e, "preso dall’ansia per le notizie che rimbalzano su tutti i media, continua a chiamare. E dopo vari tentativi, gli passano al telefono Silvio Berlusconi". Il premier, ricostruisce L’Espresso, "si mostra calmo, la voce è serena: rassicura Lavitola, spiega che tutto sarà chiarito e gli dice di 'stare tranquillo'". Inoltre, "gli espone quella che sarà la linea... Berlusconi ricorda a Lavitola che attraverso lui ha 'aiutato una persona e una famiglia con bambini che si trovava e si trova in gravissime difficoltà economiche'. E sottolinea: 'Non ho nulla di cui pentirmi, non ho fatto nulla di illecito'". A Lavitola, che si mostra rammaricato per le intercettazioni, Berlusconi avrebbe replicato: "Te lo avevo detto che ci avrebbero intercettati". «A quel punto - scrive L’Espresso - il faccendiere è 'giudiziariamente' con le spalle al muro, e chiede consiglio al premier: 'Che devo fare? Torno e chiarisco tutto?'. Berlusconi risponde: 'Resta dove sei'". Secondo il settimanale, "dopo la telefonata con Berlusconi i piani di viaggio dell’ex direttore dell'Avanti cambiano improvvisamente. Organizza la fuga, cercando la meta più ostica per la giustizia italiana: il Brasile. Lui aveva già in tasca un biglietto per Roma, destinato a non essere usato perché compra di corsa un volo per il Paese sudamericano scelto per trascorrere la latitanza".
Ghedini: notizia assurda e infondata "La notizia apparsa sul sito dell’Espresso è del tutto assurda ed infondata", ha detto Nicolò Ghedini, deputato del Pdl e legale del premier, spiegando che "con reiterate violazioni del segreto e comunque con violazione del divieto di pubblicazione, continuano ad uscire dalle indagini in corso a Napoli notizie ed atti, addirittura a volte in tempo reale rispetto agli accadimenti stessi. "Durante una conversazione privata e del tutto irrilevante per il procedimento in corso, di cui fra l’altro non si conosce neppure l’autenticità o la completezza - ha aggiunto Ghedini - il Presidente Berlusconi si sarebbe limitato a ribadire al Lavitola la sua totale tranquillità ed estraneità ad ogni vicenda. Atteggiamento questo tenuto anche dal Lavitola. A fronte di tale certezze il Presidente Berlusconi non avrebbe avuto motivo di consigliare a Lavitola di tornare precipitosamente in Italia, ritenendo quindi che potesse rientrare nei tempi dallo stesso già previsti ed evidentemente correlati ad impegni di lavoro.
Qualsiasi altra illazione è palesemente diffamatoria e priva di pregio. Si ricorda inoltre che a quella data non vi era alcun provvedimento custodiale nei confronti di Lavitola che è stato emesso a distanza di quasi una settimana".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.