La targa trasferita: «Qui Mussolini fece

La targa trasferita: «Qui Mussolini fece

(...) e il piccato Alberico Varoli, ben felice di murare quella targa sulla sua abitazione di Macrone di Villafranca, anche se il duce il brodo l'ha bevuto nella dimora del generale Berardi. L'occasione per scoprirla si presenta giusto ieri, dopo le celebrazioni per il titolo di città conferito a Villafranca. Tra gli ospiti l'on. Alessandra Mussolini che è venuta «solo perché Barani è socialista. Fosse stato comunista mi sarei astenuta».
Informalmente, accompagnata dal sindaco, allunga a Macrone per il «memento» del nonno. «Mussolini era qui a fine gennaio del '45 - ricorda Varoli, allora bambino di otto anni -. Una sera avvisano che c'era il coprifuoco. Ricordo le mitragliatrici schierate e militari un po' ovunque. Era la retrovia del fronte, con la Monterosa che si era già piazzata nel borgo». Mussolini era giunto fin qui proprio per parlare con gli alpini in quei giorni duri, all'inizio del '45. «Venne anche a Filetto per incontrare i bersaglieri, ma nessuno degli abitanti si presentò ad accoglierlo. Lui ne chiese il motivo e gli spiegarono che la gente aveva paura, era stata minacciata dai partigiani». Fu così che tornò a Macrone: «Io stavo giocando e vidi sbucare la sua auto blindata. Si fermò in piazza davanti la lapide dei caduti e tra i nomi lesse quello del generale Berardi». Varoli ricorda che il duce s'informò se tra la folla ci fosse qualche familiare del generale. Passò davanti all'osteria, «io, figlio della Lupa, gli feci il saluto», e pernottò a casa di Berardi. «Qui ha ricevuto la gente, ha dato soldi e preso appunti sulle petizioni. Poi un forte dolore allo stomaco lo costrinse a stendersi, bevve un brodino e verso sera lasciò la casa per dormire all'albergo Vittoria di Pontremoli». In visita alla prefettura, «disse di rilasciare tutti i detenuti politici».

Varoli dettaglia per contestualizzare l'evento. Un misto d'orgoglio quella targa lustra sulla sua casa attaccata all'altra, quella che ospitò il duce: «loro non l'hanno voluta». Poche parole e l'amaro della storia fra i denti per una targa di troppo.

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