Tavolo tra Fiat e sindacati sul futuro di Pomigliano E Fassino: "Io voterei sì"

Ore importanti per il futuro dello stabilimento Fiat. Dopo l’intesa raggiunta su Mirafiori, azienda e sindacati discutono del contratto di lavoro con cui verranno riassunti i 4.600 lavoratori che produrranno la nuova Panda. Machionne: spiace che la Fiom non capisca l'importanza di Mirafiori

Tavolo tra Fiat e sindacati 
sul futuro di Pomigliano 
E Fassino: "Io voterei sì"

Roma - Ore importanti per il futuro dello stabilimento Fiat di Pomigliano. Dopo l’intesa raggiunta su Mirafiori, l’azienda e i sindacati hanno dato il via a un tavolo per discutere del nuovo contratto di lavoro con il quale verranno riassunti i 4.600 lavoratori dello stabilimento che produrrà la nuova Panda. Aperto questa mattina alle 11, l’incontro è andato avanti per tutta la giornata e riprenderà domani mattina. "Ci sono novità e miglioramenti importanti rispetto al contratto nazionale di lavoro dei metalmeccanici", ha assicurato l segretario generale della Fismic, Roberto Di Maulo. L'intento è quello di chiudere entro domani sera.

Un tavolo molto difficile I sindacati parlano di un "lavoro complesso che si sta svolgendo in un clima positivo e costruttivo". Sul nuovo testo - che conterrà le norme condivise dall’accordo separato del 15 giugno e che riguarda salario, orari, scatti di anzianità e diritti sindacali - potrebbe essere trovata un’intesa già domani stesso, o comunque entro la fine dell’anno. Intanto, per domani è stato convocata la riunione di un comitato straordinario della Fiom per decidere le azioni da intraprendere contro l’accordo raggiunto su Mirafiori. E proprio ieri, Giorgio Cremaschi ha sollecitato la Cgil a indire uno sciopero generale. Una posizione criticata non solo dalle altre sigle sindacali ma anche dal Governo (per Sacconi non si può chiamare "scellerato" un patto che "consente un investimento ingente e aumenti salariali").

La rappresentanza fiscale Sulla rappresentanza sindacale, tema "scottante" della trattativa alla luce della firma su Mirafiori, il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni è intervenuto oggi: "Io dico che il pluralismo, fondamento della nostra tradizione è fecondo se non è una Babele". Per Bonanni il pluralismo va bene "se si fonda sulla regola che una volta discusso, accertata un’opinione a maggioranza, anche chi dissente a quel punto la sostiene e la riconosce". Inoltre il numero uno della Cisl, in un’intervista a la Stampa, ritiene "ragionevole" arrivare a nuove regole sulla rappresentanza, che "per me sono già pronte: quelle contenute nel documento unitario del 2008 di Cgil-Cisl-Uil, che per l’appunto considerano i numeri degli iscritti, certificati dall’Inps e i voti alle sezioni delle Rsu". Su questa base, aggiunge, siamo "disponibilissimi", come chiede la Camusso, a confrontarci con Confindustria. Il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, invece ritiene l’intesa di Mirafiori un’opportunità e non un rischio.

Anche Fassino favorevole Piero Fassino si schiera a favore dell’accordo Fiat per Mirafiori; per l’ex segretario del Pd, che si è candidato a sindaco di Torino, se prevalessero i no a rimetterci sarebbero i lavoratori. Fassino, intervenuto alla riunione delle segreterie piemontese e torinese del Pd, ha detto che, se fosse un lavoratore della Fiat, voterebbe sì nel referendum, perché con la vittoria dei no l’azienda potrebbe trasferire la produzione; ma ora spetta all’azienda favorire un clima più disteso.

Marchionne in Brasile parla di Mirafiori "Mi spiace che alla Fiom non si rendano conto dell'importanza di questo progetto di Mirafiori". Lo ha dettoall'ANSA l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, nel corso della posa della prima pietra della nuova fabbrica in Brasile, nel porto di Suape. "Esiste sempre la possibilità di firmare l'accordo - ha proseguito - Il progetto di Mirafiori è stato fatto con le migliori intenzioni per portare avanti l'industria dell'automobile. Non sono richieste strane: non abbiamo proposto niente di straordinario se i nostri lavoratori stanno cercando di fare un lavoro onesto". Marchionne si è quindi riferito ai discorsi fatti da lui e Lula nell'inaugurazione dei lavori del nuovo stabilimento da 1,3 miliardi di euro per fare dei distinguo rivolti alla Fiom. "Non possiamo stare qui a fare politica: questo non è il mestiere nostro - ha aggiunto - Infatti nei discorsi qui in Brasile c'erano i politici e gli industriali. Gli industriali parlavano di soldi, di vetture, di investimenti, di dati.

I politici facevano altri discorsi. Io non confondo le due cose. Faccio il metalmeccanico anche se alcuni pensano che non lo faccia. Lo facciamo tutti alla Fiat italiana o del Brasile: siamo tutti dello stesso mestiere".

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