Amazon ha da tempo puntato sulla consegna mediante l’utilizzo di velivoli a controllo remoto, secondo il fondatore della compagnia, Jeff Bezos, i droni potranno portare ad una riduzione dei costi delle consegne garantendo l’arrivo a casa (se possibile) o in uno dei centri di ritiro della merce predisposti all’atterraggio dei velivoli in meno di trenta minuti. Ma con l’impiego sempre crescente di velivoli Uav sono aumentati anche i comportamenti “ostili”, come li definisce la compagnia stessa, nei confronti dei droni.
Per cercare di limitare il fenomeno crescente delle attività di hackeraggio dei sistemi di guida autonoma (hacking), il colosso di Seattle ha depositato un nuovo brevetto che descrive una tecnologia in grado di impedire a terzi di interferire con le consegne assumendo il controllo del drone. Il fenomeno di hacking può portare non solo al furto del carico ma anche al furto dello stesso velivolo con forti ripercussioni sui costi.
Non si sa quando questa tecnologia sarà integrata nei mezzi della flotta aerea ma Amazon
nonostante mille difficoltà ha ribadito che continuerà ad investire nell’ambizioso programma Amazon Prime Air. Programma che ha già ottenuto sorprendenti risultati come la consegna effettuata con successo nel 2016 a Cambridge.
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