Dieci anni fa a New York successe una cosa inaspettata: Marin Cilic e Key Nishikori si affrontarono in finale.
Vinse il croato, e qualcuno pensò che quello poteva essere in qualche modo l’inizio della fine del dominio di quelli che erano i tre cannibali (più uno) del tennis.
Dieci anni dopo, la situazione è un po’ diversa, perché in campo c’era il numero uno al mondo. Ma di sicuro se l’avessimo pensato solo dodici mesi fa, quando perse agli ottavi, saremmo stati dei pazzi a indovinare che quel numero uno fosse Jannik Sinner. Un italiano.
Insomma: stavolta l’era dei Big 4 è davvero finita, Federer e Murray sono in pensione, Nadal quasi e perfino Djokovic - dopo aver conquistato l’oro olimpico - forse si chiede cosa ci sia ancora da vincere che valga la pena faLa soglia dei punti superata da Sinner nel 2024 e che oggi la classifica mondiale certificherà ufficialmente re tutti i sacrifici di un tennista. Però, davvero, un anno così non ce lo aspettavamo.
Quella di ieri, per Sinner, è stata la cinquantaquattresima partita della stagione, e delle precedenti 53 ne aveva perse solo 5, con il caso Clostebol che ci ha pure messo del suo. Da quando è tornato in campo dopo Wimbledon ha vinti undici match di fila e con la finale di ieri ha vinto 10 volte su 10 contro un giocatore Usa (due volte proprio con Fritz).
E poi c’è anche l’ennesimo record personale dell’altoatesino, che - vincendo la semifinale contro Draper ha superato di certo la soglia dei 10mila punti in classifica mondiale (la certificazione ufficiale arriva oggi), impresa raggiunta nella storia del tennis Open solo da 7 tennisti: Djokovic, Federer, Nadal, Murray, Sampras, Medvedev e Agassi. E la cosa, tra l’altro, lo fa quasi sentire al sicuro nella corsa a concludere il 2024 davanti a tutti: ha 2180 punti da difendere nel rush finale, contro i 1010 di Zverev e i 680 di Alcaraz, gli unici che potrebbero teoricamente superarlo.
Però Sasha e Carlitos devono vincere tanto e sperare che Jannik si blocchi quasi del tutto. E questo, allo stato attuale, potrebbe succedere soltanto per fattori extra sportivi (oggi ne sapremo definitivamente e finalmente di più). Robe da brividi, se a questi numeri si aggiunge un altro particolare: in sole due volte nel passato, 1974 (Connors, Borg, Connors, Connors) e 1993 (Courier), Bruguera, Sampras, Sampras), i quattro tornei dello slam era stati vinti tutti da giocatori dai 23 anni in giù. E in più la nona finale azzurra maschile di sempre in uno Slam ha visto Sinner diventare il quinto giocatore di sempre, dopo i Big 4, a vincere più di 22 match in un anno nei 4 tornei più grandi.
E allora: la notte di New York ha accesso luce di Jannik Sinner sul tennis, perché poi alla vigilia lui stesso aveva messo le cose a posto parlando della sfida contro Fritz: «Anche se dovessi vincere, il futuro resta sempre lo stesso: c’è sempre qualcosa da migliorare. Ho perso partite facendo le cose giuste e poi devi continuare a lavorarci, e poi a volte ho vinto partite anche facendo le cose sbagliate. Ci vuole tempo, non è come la magia, no? Devi passare attraverso certi momenti».
Discorsi da Cannibale, che comincia davvero ad accendere un sentimento di rassegnazione tra gli avversari: «I punti deboli di Sinner? - ha detto l’amico Draper dopo aver perso la semifinale - È difficile trovarne uno. Ah sì, forse uno c’è: è un ragazzo troppo gentile...».Le partite vinte da Sinner da gennaio fino a New York In totale ne ha giocate 60 e quindi perse solamente 5.
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