Simona Halep squalificata per nove mesi: la sentenza che può preoccupare Sinner

È stata ridotta da quattro anni a nove mesi la squalifica per la tennista rumena Simona Halep che ha assunto un integratore contaminato: ecco la sentenza del Tas che spaventa Sinner

Simona Halep squalificata per nove mesi: la sentenza che può preoccupare Sinner
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Il Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas) di Losanna ha squalificato per nove mesi la tennista rumena Simona Halep, 33 anni, ex numero uno del mondo e vincitrice di importanti tornei tra cui Roland Garros e Wimbledon, per aver assunto incautamente un "integratore contaminato" che le sarebbe stato fornito dalla fisioterapista personale. Immediamente, quindi, la mente ci riporta a Jannik Sinner che sta aspettando di sapere quale sarà la decisione dello stesso tribunale dopo l'ulteriore richiesta da parte della Wada che ha scelto di non chiudere il caso Clostebol rimettendo la parola definitiva a Losanna.

Le motivazioni della sentenza

Come pubblicato sulla sentenza 227/233, alla Halep i giudici hanno contestato di essersi affidata totalmente a qualcuno che non ha competenze specifiche invece di rivolgersi a uno specialista. "L’atleta che stiamo giudicando oggi non è una semplice giocatrice di tennis professionista: ha grandissima esperienza, è ai vertici del ranking mondiale da tempo e ha vinto due Slam", si legge nella parte iniziale della sentenza. Poco dopo, ecco spiegato il perché della condanna. "Nell'utilizzare il prodotto che le ha provocato positività all’antidoping, lei si è affidata completamente alla sua fisioterapista personale, che non è un medico o un clinico".

simona halep

Il Tas appare dunque sorpreso dalla leggerezza con cui certi prodotti sono demandati a lavoratori che si occupano in prevalenza di altro e viene sottolineato da altri passaggi della sentenza in cui viene contestato il fatto che si sia affidata a persone che non hanno competenze in questo settore. "L’atleta avrebbe dovuto capire i limiti delle qualifiche della sua fisioterapista e il fatto che si stesse giocando un torneo negli Stati Uniti, in un continente lontano dal suo, non può giustificare la mancata consultazione di uno specialista e l’affidamento di un compito così delicato a una persona senza le necessarie competenze mediche".

Perché Sinner può rischiare

In pratica, quindi, prima di assumere anche un semplice integratore chi gioca ai quei livelli deve informarsi bene per evitare rischi: tra l'altro alla Halep è andata di lusso visto che la richiesta di squalifica era di quattro anni ma è stata declassata a nove mesi dopo varie perizie che hanno certificato un "incauto uso". Cosa c'entra Sinner in tutto questo? Jannik non ha mai assunto integratori sospetti ma il suo organismo ha assorbito una quantità infinitesimale di una pomata che aveva messo su un dito ferito il suo ex fisioterapista, stiamo dunque parlando di due casi che sembrano distanti come il giorno e la notte.

A questo punto, però, c'è il timore che al numero uno del mondo possa essere contestato il fatto di essere stato "poco attento" quando in Florida, a marzo, avvenne la contaminazione e il suo ex staff fu considerato negligente, perché la pomata contiene sostanze proibite. Dunque, anche se Sinner non è certamente colpevole e non ha ingerito integratori né assunto volontariamente alcuna pomata dopante, il Tas potrebbe giocare la sua partita proprio sull'aspetto "dell'affidarsi completamente al fisioterapista che non è un medico o un clinico".

I punti a favore di Jannik

Accanto a queste ipotesi, però, eccone altre molto importanti ad aiutare l'altoatesino per la completa assoluzione: il fisioterapista Giacomo Naldi ha una laurea in osteopatia mentre Giacomo Naldi in Chimica e Tecnologie farmaceutiche, ciò significa che gli ex membri dello staff sapevano cosa maneggiassero con Sinner che potrebbe essere scagionato perché non ritenuto direttamente responsabile a differenza della fisioterapista della Halep.

La negligenza, in questo caso, verrebbe a crollare come un castello di sabbia perché qui sì che c'erano esperti professionisti medici e clinici e perché lo spray sotto processo fu acquistato per curare la ferita del dito di Naldi, non fu certo assunto da Sinner come un integratore.

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