Martina Navratilova difende Jannik Sinner. Il caso Clostebol, ancora lontano dalla conclusione, che vede coinvolto il numero uno al mondo, continua a tenere banco e a raccogliere prese di posizione. Stavolta è l'ex campionessa di tennis (59 Slam all'attivo, 18 in singolare) considerata una delle più grandi di tutti i tempi, a commentare. Ha incantato più di una generazione con il suo gioco all'attacco, mettendosi sempre in prima linea contro ogni tipo di ingiustizia. Ospite della trasmissione TC Live, l'ex tennista ceca, di passaporto americano, ha commentato il caso doping del momento.
"Voglio essere molto poco diplomatica: l'intero sistema è marcio e va cambiato, bisogna ricominciare da capo", ha iniziato Navratilova, "parlando del caso Sinner, sono riusciti a gettare ombre sui numeri uno del mondo (parla anche del caso Swiatek, ndr)". Poi l'affondo deciso: "In questo momento la Wada è sotto osservazione per quello che ha fatto con gli atleti cinesi, anzi sarebbe meglio dire quello che non ha fatto. I casi di Sinner e della Swiatek (autosospesasi e poi fermata un mese per positività a uno stimolante che era nella melatonina assunta per assorbire il jet-lag, ndr) non hanno nulla a che fare con il doping".
Il problema secondo Navratilova è di principio:"Invece di provare davvero a trovare chi imbroglia, ci concentriamo su creme da massaggio o su una pillola per dormire, presa per cinque anni e che ora è risultata contaminata". E non è finita qui: "Ormai il concetto è che gli atleti siano colpevoli finché non dimostrano la loro innocenza. Sinner pensava che il suo caso fosse concluso e ora si trova a fare i conti con un appello. Ma perché? È una cosa che non capisco. Ma credo che su questo caso ci sia da fare chiarezza al più presto".
Intanto Sinner ha avuto un botta e risposta con Nicolas Jarry, sconfitto in tre set dall'azzurro nella mattina italiana al primo turno degli Australian Open. In pratica il cileno venne trovato positivo ad un controllo delle urine. Il campione conteneva tracce dei metaboliti del ligandrol e dello stanozololo, due sostanze anabolizzanti proibite dalla Wada. Per lui un anno di stop, e non di 4 anni come sarebbe stato in caso di assunzione volontaria. Confermata la contaminazione accidentale, e quindi punita la negligenza del sudamericano.
A giudicare dalle sue parole Jarry non ha accettato quella che per lui è stata una diversità di comportamento da parte delle istituzioni anti-doping rispetto a quello ricevuto da Sinner: "Mi sarebbe piaciuto lo stesso supporto che ha ricevuto lui quando è successo a me. È qualcosa che mi tocca personalmente. Cerco di lavorarci, di parlarne, di non farmi influenzare, ma è qualcosa che non riesco ancora a superare del tutto".
La risposta di Sinner è stata anche stavolta esemplare: "Sarò molto onesto con voi. Non conosco i dettagli del suo caso.
Per me è difficile dire cosa sia successo, quello che posso dire è che anche passando questo genere di cose (la squalifica di un anno, ndr),siamo stati trattati alla stessa maniera. C'è il protocollo. Se il protocollo ha qualche problema o problema, allora non è colpa mia". Insomma anche stavolta, game, set, match per Jannik.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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