![L'arresto dell'attentatore](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/13/1739459451-gjqklomw0aa9-6n.jpeg?_=1739459451)
Farhad Noori ha volontariamente attaccato il corteo del sindacato che stava sfilando per le strade di Monaco di Baviera per chiedere un aumento dei compensi dell'8%. Un attacco terroristico di matrice islamica: non hanno più dubbi le autorità che indagano sul caso, anche a fronte dell'interrogatorio reso dall'uomo, 24enne di origine afghana sbarcato in Italia nel 2016 e poi finito in Germania nel 2017. Prima di compiere l'attacco, l'uomo ha salutato la famiglia dicendo in chat che l'indomani non ci sarebbe stato con loro. Sono 36 le persone rimaste ferite nell'attacco, il più grave era una bambina di 2 anni che è morto oggi in conseguenza delle ferite riportate. Le sue condizioni erano apparse subito disperate. È stata data anche la notizia della morte della mamma della piccola, una 37enne.
Nell'interrogatorio, secondo quanto riferisce la Bild che ha avuto accesso agli atti, Noori ha dichiarato di aver agito su mandato di Allah, che gli avrebbe detto di compiere l'attacco per "mandare tutti in paradiso". L'interrogatorio è stato confusionario e contraddittorio da un certo punto in poi le dichiarazioni dell'uomo sono in linea con quanto hanno stabilito anche le indagini condotte dalla polizia di Monaco. Il procuratore generale federale che dichiarato che l'attentato dev'essere inteso "come un attacco all'ordine di base democratico liberale", atto a "compromettere la sicurezza interna della Repubblica federale di Germania".
Sono nel frattempo iniziate anche le indagini sulla storia di Noori, che nel 2020 era oggetto di un decreto di espulsione mai attuato a causa del Covid-19, che rallentò tutte le pratiche. Successivamente, però, l'afghano riuscì a ottenere un permesso di lavoro temporaneo in Germania, dove lavorava come guardia di sicurezza. Era un appassionato di body bulding e per riuscire a rimanere in Germania chiese anche l'asilo politico, dichirando che nel suo Paese era perseguitato da una banda di criminali. Tuttavia, le indagini condotte oggi hanno evidenziato che non è vero, nonostante nel corso delle udienze per l'approvazione della sua domanda abbia presentato documenti nei quali veniva certificato un disturbo da stress post-traumatico, problemi di sonno e disturbi del controllo degli impulsi.
Nei sui profili social, sia su TikTok che su Instagram ora oscurati, Noori ostentava quasi uno stile di vita lussuoso tra gare di body
building, foto davanti alla macchina poi usata per l'attentato e pose studiate per mettere in evidenza la muscolatura. Ora Noori è in stato d'arresto, si trova nel carcere di Monaco e per lui la procura ipotizza tentato omicidio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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