È alta tensione in tutti i territori palestinesi dopo il blitz israeliano attuato a Jenin e che ha provocato la morte di almeno dieci persone. Alcune fonti parlano anche di 13 vittime, ma al momento il bilancio ufficiale è quello fornito dall'Autorità Nazionale Palestinese (Anp) ed è stato aggiornato nelle scorse ore. Adesso si teme una vera e propria escalation.
Le forze israeliane hanno sostenuto di aver agito per bloccare una cellula della Jihad Islamica, gruppo ritenuto tra i più attivi in Cisgiordania, che stava pianificando attentati. Gli scontri sarebbero poi degenerati fino a una vera e propria battaglia urbana. Dal canto suo, l'Anp ha parlato di atto molto grave, proclamando lutto nazionale e sciopero. Preoccupazione è stata espressa anche dalle Nazioni Unite, mentre un invito alla calma è giunto dal segretario di Stato Usa, Antony Blinken.
Il blitz a Jenin
Jenin ha sempre rappresentato un crocevia importante per i palestinesi della Cisgiordania. Situata nella parte nord dei territori assegnati all'Anp, la città da un lato è una delle più grandi della West Bank e una delle più attive a livello economico, dall'altro però è stata anche spesso al centro delle cronache.
Ospita infatti in periferia uno dei più grandi campi profughi palestinesi. Un dedalo di vicoli e piccole case povere spesso fucina di terroristi e di cellule legate alle fazioni più integraliste. Nel 2002, durante la seconda intifada, la battaglia di Jenin è stata la più cruenta e ha lasciato sul campo 23 soldati israeliani e 52 palestinesi.
Nell'ultimo anno, diverse operazioni sono state condotte da Israele nel campo profughi. Qui, ad esempio, si nascondeva il terrorista autore dell'attentato di Tel Aviv dello scorso aprile. Così come, qui durante un'altra operazione è morta la giornalista Shireen Abu Akleh. Nelle scorse ore, così come reso noto da un ufficiale israeliano ai media locali, un blitz è stato avviato per sgominare una cellula della Jihad Islamica formata da tre presunti terroristi.
“Durante il tentativo di arrestarli, i ricercati hanno aperto il fuoco e sono rimasti uccisi in uno scontro con le nostre forze – si legge nella dichiarazione dell'ufficiale israeliano – tre membri della cellula sono stati uccisi e un quarto è stato arrestato. Durante il raid, altri miliziani hanno aperto il fuoco contro le truppe israeliane che hanno risposto”.
Il blitz, portato avanti congiuntamente da forze speciali, esercito e polizia, ha comportato l'inizio di una guerriglia urbana. Durante la battaglia, oltre ai due ricercati sono morte almeno altre sette persone. Tra queste, secondo il ministero della Salute dell'Anp, ci sarebbe anche una donna di 60 anni.
Il governo palestinese ha accusato le forze israeliane di aver attuato un vero e proprio massacro. “Questo qui è un massacro – ha commentato il portavoce della presidenza palestinese, Nabil Abu Rudeineh – ed è stato attuato con la complicità della comunità internazionale rimasta in silenzio”. Secondo l'Anp inoltre, gli israeliani avrebbero impedito l'arrivo delle ambulanze all'interno del campo profughi di Jenin e avrebbero sparato gas lacrimogeni nelle vicinanze di un ospedale pediatrico.
Sulla presenza di vittime tra i civili, il portavoce militare israeliano ha promesso delle indagini. “A Jenin – si legge in una nota – l'esercito israeliano ha condotto oggi una operazione di antiterrorismo. Siamo al corrente che nel corso degli scontri a fuoco avvenuti oggi è stata colpita anche una civile palestinese. Le circostanze di questo episodio vengono ora accertate”.
Le reazioni
Al Fatah, partito del presidente palestinese Abu Mazen, ha proclamato uno sciopero generale in tutta la Cisgiordania. In una nota, i dirigenti del partito hanno anche chiesto un'escalation contro gli israeliani e di alzare il tiro ai posti di blocco “per onorare le vittime di Jenin”. Uno sciopero è stato proclamato anche dal sindacato degli insegnanti di Betlemme, segno che quanto accaduto oggi ha scosso l'intera opinione pubblica palestinese.
Reazioni sono ovviamente arrivate anche dalla Jihad islamica. “La resistenza è ovunque – ha dichiarato un portavoce dell'organizzazione – siamo pronti per il prossimo confronto”. Duro attacco anche da Hamas, la formazione di ispirazione islamista che controlla la Striscia di Gaza. “Israele pagherà un caro prezzo – ha dichiarato Saleh al-Arouri, numero due di Hamas – la resistenza non si spezzerà”.
A Gerusalemme,
dove il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha riunito i vertici della sicurezza, il governo ha deciso di innalzare il livello di allerta nelle aree limitrofe alla Striscia di Gaza. Si temono attacchi soprattutto da parte di Hamas.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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