Bufera su 9 membri dell'Onu. "Coinvolti negli attacchi del 7 ottobre"

Sospesi dall'Agenzia per il soccorso dei profughi palestinesi e risolti i loro contratti: una decisione a cui è giunta l'Unrwa, dopo una lunga indagine condotta dall'Ufficio dei servizi di supervisione interna

Bufera su 9 membri dell'Onu. "Coinvolti negli attacchi del 7 ottobre"
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A dieci mesi di distanza dall'evento che ha nuovamente sconvolto il Medio Oriente, la Nazioni Unite tornano nuovamente sulle connivenze eventuali dell'Unrwa (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi) con Hamas. I sospetti giungono da un lungo filone di indagini che si è aperto all'indomani dell'attacco dei miliziani islamisti contro Israele: i sospetti ora si concentrano su nove membri dell'agenzia Onu che si prende cura dei rifugiati palestinesi, che ora-in via cautelativa-non lavoreranno più per la causa.

La decisione dell'Unrwa

L'ufficio del segretario generale dell'ONU ha annunciato oggi il provvedimento in una breve dichiarazione ai giornalisti, senza approfondire il probabile ruolo dei dipendenti nell'attacco.

Una decisione a cui è giunta l'Unrwa, dopo una lunga indagine condotta dall'Ufficio dei servizi di supervisione interna (Oios) "sulle gravi accuse secondo cui 19 membri del personale dell'Unrwa di Gaza sarebbero stati coinvolti negli abominevoli attacchi del 7 ottobre nel sud di Israele", riporta l'agenzia in una nota. Le accuse, spiega il commissario generale Philippe Lazzarini, erano state portate all'attenzione dell'Agenzia a gennaio. In stretta consultazione con il segretario generale delle Nazioni Unite, erano stati immediatamente risolti i contratti del personale in questione, nell'interesse dell'Agenzia, mentre il segretario generale ha incaricato l'Oios di avviare un'indagine.

Le indagini di questi mesi dentro e fuori l'Unrwa

Ulteriori accuse erano emerse tra marzo e aprile, quando il personale interessato è stato aggiunto alle indagini dell'Oios. Secondo quanto dichiarato da Lazzarini, in un caso l'Oios non ha ottenuto alcuna prova a sostegno delle accuse di coinvolgimento del membro del personale, poi rientrato nell'Agenzia. In altri nove casi, le prove ottenute dall'Oios non erano sufficienti per supportare il coinvolgimento dei membri del personale e l'indagine dell'Oios nei loro confronti è ora chiusa. Per i restanti nove casi, le prove, se autenticate e confermate, potrebbero indicare che i membri del personale dell'Unrwa potrebbero essere stati coinvolti negli attacchi del 7 ottobre. Da qui la decisione di estrometterli da qualsivoglia ruolo nell'Unrwa.

Le accuse di Israele hanno inizialmente indotto i principali Paesi donatori a sospendere i finanziamenti all'Unrwa, il che ha causato una crisi di liquidità di circa 450 milioni di dollari. Da allora, tutti i Paesi donatori, ad eccezione degli Stati Uniti, hanno deciso di riprendere i finanziamenti. L'organo di controllo delle Nazioni Unite ha dichiarato di aver attinto alle prove fornite da Israele durante le discussioni con le autorità israeliane. Ha detto di non aver potuto corroborare in modo indipendente tali prove, non avendo avuto accesso diretto ad esse. Gli investigatori hanno anche esaminato le informazioni interne dell'Agenzia, tra cui i registri del personale, le e-mail e altri dati di comunicazione, affermando di aver trovato prove sufficienti che indicano il potenziale coinvolgimento di nove dipendenti nell'attacco del 7 ottobre. Lazzarini in un comunicato ha dichiarato che “la priorità dell'agenzia è continuare a fornire servizi essenziali e salvavita ai rifugiati palestinesi a Gaza e in tutta la regione, soprattutto a fronte della guerra in corso, dell'instabilità e del rischio di un'escalation regionale".

Gli arresti di febbraio

Alla fine dello scorso febbraio, A Gaza erano stati arrestati otto dipendenti dell'agenzia, poi trasferiti in Israele per ulteriori indagini. La notizia era stata diffusa un giorno dopo la pubblicazione sui media ebraici dei dati del sistema di sicurezza di Tel Aviv, secondo cui il 20% degli operatori dell’Unrwa è un membro delle brigate al-Qassam, l’ala militare di Hamas. In particolare, dei 12mila dipendenti dell’agenzia a Gaza, 440 sarebbero attivi tra le fila dell’organizzazione terroristica, 2mila circa sarebbero agenti del gruppo ma non combattenti, mentre quasi 7mila avrebbero un parente di primo grado che è parte del movimento palestinese.

Ad aggravare lo scenario, oltre che mettere le indagini sulle orme di alcuni

dipendenti, le chat Telegram in cui i dipendenti Unrwa, tra mille informazioni di servizio, dal 7 ottobre scorso, si erano dati a un florilegio di messaggi di gioia e apprezzamento per l'operazione di Hamas.

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