Terrorismo, il Riesame scarcera due palestinesi arrestati: esulta l'estrema sinistra

Tre palestinesi sono stati arrestati lo scorso marzo a L'Aquila con l'accusa di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell'ordine democratico. Il Riesame conferma la fine della custodia cautelare

Terrorismo, il Riesame scarcera due palestinesi arrestati: esulta l'estrema sinistra
00:00 00:00

Lo scorso marzo la Polizia di Stato, su ordine della procura de L'Aquila, ha arrestato tre cittadini palestinesi con l'accusa di essere parte di un'organizzazione terroristica, costola delle "Brigate dei Martiri di Al-Aqsa", e di aver lavorato nell'ombra per alimentare il proselitismo e fare propaganda. Secondo la procura, i tre avrebbero anche pianificato attentati, che non si esclude fossero di tipo kamikaze, contro obiettivi civili e militari all'estero e, non è da escludersi, anche in Italia. Risiedevano da tempo nel capoluogo abruzzese e l'accusa formulata dalla procura era quella di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell'ordine democratico. A distanza di 6 mesi, due dei tre sono stati rimessi in libertà dal tribunale del Riesame de L'Aquila.

Stop, quindi, alla custodia cautelare per Ali Irar e Mansour Doghmosh, mentre resta in carcere Anan Yaesh, per il quale l'Italia già nei mesi scorsi ha rifiutato l'estradizione chiesta da Israele. La decisione per i due tornati in libertà fa seguito all'annullamento con rinvio disposto dalla Cassazione. "La decisione di oggi, al pari di quella della Cassazione, ha confermato la che la lotta per l'autodeterminazione dei palestinesi è legittima purché non travalichi coinvolgendo i civili, in questo caso coloni", ha dichiarato all'Adnkronos l'avvocato Flavio Rossi Albertini, difensore dei tre palestinesi. Una decisione che appare ai più controversa, che è stata accolta con giubilo dall'estrema sinistra italiana, che aveva "adottato" i tre palestinesi già nei giorni immediatamente successivi all'arresto.

Per la scarcerazione di Yaesh, che era già in carcere prima che venissero arrestati gli altri due, si sono mossi anche i parlamentari dell'intergruppo per la pace tra Palestina e Israele. Tra le firme dell'interrogazione effettuata ad Antonio Tajani e Carlo Nordio compaiono, non inaspettatamente, quelle di Laura Boldrini e Ouidad Bakkali del Pd, Nicola Fratoianni dell'Alleanza Verdi e Sinistra e Stefania Ascari del M5s. "La storia di Anan Yaeesh è segnata da un passato di resistenza politica in Cisgiordania e da anni di sofferenze e persecuzioni", scrivevano nella loro interrogazione, derubricando il terrorismo a resistenza.

"La resistenza non si arresta, la resistenza non si processa", è lo slogan dell'ala anarco-insurrezionalista che sta sostenendo le ragioni di Yaesh. "La lotta e l'impegno a diffondere la grave presa di posizione del nostro paese ha pagato. La mobilitazione tuttavia non terminerà fino alla liberazione del terzo cittadino palestinese detenuto nelle carceri italiane, Anan Yaeesh.

La resistenza non è un crimine, il genocidio e la complicità dell'Italia con le politiche israeliane sì", scrivono dal Fronte comunista. Ora resta da capire se Yaesh resterà in carcere o se, anche lui, verrà liberato.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica