Torna il duo comico di Cochi e Renato

Ancora una volta insieme il duo comico formato da Cochi & Renato, formatosi negli anni Sessanta e che debuttò al Derby nel 1965 (storico locale di Milano), sotto la guida di Jannacci, ieri sera al Teatro Nuovo di Piazza San Babila ha fatto rivivere con la loro comicità surreale e al tempo stesso poetica un pubblico che andava dai giovani fino a ex ragazzi, oggi un po’ attempatelli. Fino al 5 dicembre al Teatro Nuovo di Milano

Torna il duo comico di Cochi e Renato

Milano - “Bene. Bravi, 7+” . Ancora una volta insieme il duo comico formato da Cochi & Renato, formatosi negli anni Sessanta e che debuttò al Derby nel 1965 (storico locale di Milano), sotto la guida di Jannacci, ieri sera al Teatro Nuovo di Piazza San Babila ha fatto rivivere con la loro comicità surreale e al tempo stesso poetica un pubblico che andava dai giovani fino a ex ragazzi, oggi un po’ attempatelli. Lo spettacolo durerà fino al 5 novembre con band dal vivo. “A me piace il mare”, “La gallina non è un animale intelligente”, “Finchè c’è la salute”, “La vita è bella” e “Ma come porti i capelli bella bionda”, “Non c’è un povero che sia un povero..”, sono solo alcune delle ballate che Cochi e Renato hanno cantato senza scordarsi una parola, arricchendole con qualche battuta o metafora legata all’attualità, alla politica. In nome della semplicità del vivere accompagnati da un’orchestra di bravissimi musicisti e con una scenografia con dipinto un grande ombrello aperto a spicchi colorati, mentre il palco era invaso da seggiole, ex banchi di scuola, vasche d’acqua, annaffiatoi, un paravento e un violoncello, un violino e una chitarra che di tanto in tanto Cochi più che Renato, suonavano mentre da bravi comici aspettavano la battuta dell’altro come “spalla”, senza mai sbagliare i tempi, dritti con il corpo, gesticolando con le mani e con qualche alzata di gamba laterale (il loro passo preferito), ieri come oggi hanno saputo incantare gli spettatori, farli sognare, ricordare loro che la vita è più semplice di quel che si crede. Il buon gusto non muore mai e lo hanno dimostrato anche quando hanno preso in giro il Ministro Brunetta, Berlusconi, la Bindi, D’Alema, Fassino, Veltroni, Corona, Mora, Bisio, Parietti, Cacciari, sempre con arguzia, sorridendo candidi come due ragazzi. Due barvi ragazzi, uno vestito con pullover blu e calzoni grigi e l’altro con un completo, giacca, camicia e pantaloni di gabardin sempre grigi, due signori dei quali ci si dimentica che hanno settant’anni, una vita spesa bene, una testa sempre lucida sempre attenti a non esagerare, ma sempre pronti anche a non tralasciare nulla.

Due vecchi compagni di gioco o di scuola che amano la competizione, la battuta, lo scherno, ma che ci fanno pensare come erano belli gli anni sessanta e settanta e se il cinema li ha poi divisi, la vita, come spesso accade, li ha riuniti. La televisione ce li ha sempre fatti rigalleggiare con i loro spettacoli e oggi sono convinti più che mai che la vita è bella, anche se è strana e come dice la canzone “bisogna avere l’ombrella che ti ripara la testa…”. Non una sbavatura, tempi perfetti, musiche fantastiche e due facce da prendere in giro il mondo, due professionisti come ce ne sono pochi e che possono ancora essere da esempio a nuovi comici: Zelig ad esempio è stato citato persino da loro.E chi si dimentica di Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto? La Rai li ha portati a Canzonissima nel 1974 facendoli entrare nella cultura popolare italiana. "la canzone intelligente" è stato il life motive della loro carriera e della loro vita. Con "Ho visto un Re" di Jannacci hanno saputo dare il massimo di se stessi e dimostrare che "Se avete molta voglia di imparare, la scuola voi dovete fequentare...", ma anche come è successo a loro "di andare a scuola e di non capire niente". Invece hanno capito tutto, persino il fatto che dall'Istituto Cattaneo di Milano dove studiavano insieme, uno geometria e l'altro ragioneria, si poteva imparare a vivere la vita che cominciarono a spiegarla a modo loro all'Osteria dell'Oca, al trattoria degli artisti, dove un loro amico, Piero Manzoni esponeva i quadri mentre Renato intratteneva i clienti con qualche canzone popolare. Amici fin da ragazzi, perchè vicini di casa a Gemonio (Varese) hanno imparato ad amare soprattutto le sponde del Lago Maggiore dove da tanti anni Renato ha una favolosa casa a Laveno che domina la sponda lombarda e persino Caldè, una vera porticciolo del lago Maggiore è stata, specie per Renato una culla tranquilla dove altri parenti avevano la casa. Una zona, quella della Valtravaglia, tanto cara a Piero Chiara, ricca di case distanti pochi chilometri l'una dall'altra, quella di Dario Fo che era il figlio del capostazione di Portovaltravaglia, Nanni Svampa sempre di Portovaltravaglia, Jacchetti a Luino e così via...amata persino dalla famiglia Berlusconi, Barassi, Tamini, Maggi, Parodi, Visco Gilardi,Mentasti, Foscale... Fu il proprietario di un un locale accanto all'Osteria dell'Oca, Tinin Mantegazza ad avere l'idea di aprire un locale per loro "Cab 64". La prima paga fu di 3500 lire, ma con la condizione di avere in sala almeno dieci spettatori. Enzo Jannacci si affeziona a loro e scrive testi e musica le canzoni, alcune erano scritte a sei mani con Jannacci con risulatti veramente folli.Cochi era impiegato come interprete di inglese, francese e russo, Renato era contitolare di un'impresa di impianti di ascensori con un ingegnere siciliano. La decisione di fare solo spettacolo arrivò solo quando Jannacci, Toffolo, Andreasi, Lauzi, crearono una vera squadra al Derby, "Il Gruppo Motore", un locale che divenne da riferimento per tuuta l'Italia. Lì iniziaronono le prove di "Ho sofferto per te", "Lisa Beat", "Un pezzo di pane", "Gli indiani", divertenti, originali, un umorismo alla Campanile ma con una mimica e una recitazione alla Ionesco.

Poi via con Boldi, la Rai, i film, Monicellishow e Spoleto con "Il Festival dei due Mondi" con "Conversazione continuamente interrotta" di Flaiano. Arriva "IL poeta e il contadino" con Clericetti, Peregrini, Jannacci, Viola, con la regia di Giuseppe Recchia.Vi ricordate "la Val Trompia" e "Siamo su a 1300"? Poi ancora Canzonissima e "Non si sa mai" e "Nebbia in val Padana".

Poi una "Una coppia infedele" e ora "Fin che c'è la salute". Reduci amatissima anche da Steno, Samperi, vanzina, Risi, Farina, Molinari Complimenti a Adrea Agostini, direttore del Nuovo che fino al 5 ha voluto mettere in scena questo miracolo tutto all'italiana.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica