Torna il gelo coi finiani: dossieraggio E minacciano: stop dialogo su lodo Alfano

E' rottura tra gli ambasciatori del Pdl e di Fli, i finiani attaccano la stampa sull'affaire Montecarlo: "ci sono elementi che evidenziano una vera e propria attività di dossieraggio" e frenano sul lodo Alfano: dialogo interrotto. Bocchino: "Se dovesse emergere che la casa è veramente di Giancarlo Tulliani, redo che Fini dovrebbe dare una risposta"

Torna il gelo coi finiani: dossieraggio 
E minacciano: stop dialogo su lodo Alfano

Roma - Una strategia ben delineata. Con il deposito della mozione dei finiani contro Augusto Minzolini, direttore del Tg1, e Mauro Masi, direttore della Rai, il sì su Cosentino e l’annuncio della rottura di ogni trattativa - a partire da quella sulla giustizia e sullo scudo processuale - è stata la risposta strategica pensata nel consueto pranzo al gruppo dei finiani del mercoledì, durante il quale l’invito è stato quello di "rimettersi l’elmetto in testa" e prepararsi allla battaglia. "Chi ci sta ci sta. E se qualcuno tentenna è bene che cambi strada ora", è l'ultimatum imposto dai falchi alle colombe. "Il dossieraggio va avanti da Agosto - dice un dirigente di Fli - ma l’escalation alla vigilia del discorso di Berlusconi alla Camera è sospetta". Fine del dialogo e delle trattative, perciò, anche di fronte alla convinzione che nell’operazione mediatica di "dossieraggio" contro Fini sarebbero coinvolti addirittura servizi deviati e ci sarebbe "l’utilizzo di ingenti risorse di denaro in Italia e all’estero al fine di produrre e diffondere documentazione falsa". Ce n’è abbastanza per alzare il ponte levatoio del dialogo.

La fiducia non sembra in discussione Anche se falchi e colombe sono d’accordo su una cosa: non è in discussione il voto di fiducia ai 5 punti di programma che Berlusconi presenterà il 29 alla Camera. "Chi ha interesse a rompere, e non siamo certo noi, deve assumersi le sue responsabilità - dice un dirigente Fli - e non cercare di provocare incidenti, facendoci saltare i nervi per ridarci il cerino in mano". 

Affaire Montecarlo Quel documento è  un falso, talmente fatto bene da pensare che dietro ci siano i servizi, avrebbe detto il presidente della Camera. Poi arriva la smentiota ufficiale: "Il presidente Gianfranco Fini non ha mai utilizzato le espressioni che gli sono state attribuite", ha dichiarato il portavoce del presidente della Camera Fabrizio Alfano.

Bocchino: fare chiarezza "Se dovesse emergere che la proprietà è veramente di Giancarlo Tulliani - dichiara Italo Bocchino -  capogruppo alla Camera di Futuro e libertà - credo che effettivamente è una cosa su cui Fini dovrebbe dare una risposta. Ma conoscendo Fini sono assolutamente certo che se questo è vero lo apprende anche lui oggi dai giornali".

La Russa: "Dossieraggio? Vada dai magistrati" Dossieraggio? "Non mi sembra di pregio per i finiani. Se qualcuno lo pensa, vada dalla Magistratura". Così Ignazio La Russa, coordinatore nazionale del Pdl, risponde ai cronisti a Montecitorio che gli chiedono di commentare le accuse di dossieraggio. "L’unico dossieraggio è durato mesi ed è quello delle presunte fidanzate di Berlusconi - aggiunge La Russa - per mesi è stato portato avanti su Repubblica e nessuno ha tirato in ballo i servizi segreti. Potrà non piacere ma sono campagne giornalistiche". "Queste accuse mi ricordano come era solita fare negli anni ’60-’70 la sinistra quando diceva che tutto era colpa della Cia", prosegue. "Non sappiamo come mettere i bavagli ai giornali - conclude - e siccome non è più soltanto Il Giornale del fratello di Berlusconi ad occuparsene non saprei proprio come fare. È una vicenda che non può essere spenta da nessuno".

Bondi: "Ora Fini deve chiarire" "Fini, lo dico senza polemica, sulla base delle ultime notizie scritte sui giornali credo abbia tutto l’interesse a dare una risposta chiara tale da fugare ogni dubbio". Lo afferma il coordinatore del Pdl Sandro Bondi, in conferenza stampa alla Camera, commentando la vicenda della casa di Montecarlo.

Bondi, inoltre, "teme" che non ci sia da parte dei finiani "lo spirito teso a ricomporre il quadro". Poi torna a sottolineare l’incompatibilità di Fini rispetto al suo ruolo di presidente della Camera e leader di partito: "Non può svolgere il ruolo di presidente della Camera e di leader politico".  


 

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