Da qualche tempo Albert Graves e sua moglie Alice si sono trasferiti in una piccola casa in campagna dislocata in Bog Road. A causa dei problemi di cuore, l'uomo è stato costretto a ritirarsi dalla vita urbana e ad andare in pensione. Per vivere in maniera tranquilla, i coniugi hanno scelto un luogo un po' appartato, circondato da uno splendido giardino che la donna tiene con cura. La dimora apparteneva una volta ai Quigley ed è una tipica casa colonica in stile georgiano costruita nel 1782. Qualcuno sostiene che in quel luogo si aggiri un fantasma e la casa di certo custodisce un segreto che i coniugi scopriranno soltanto dopo l'arrivo di uno sconosciuto che si presenterà alla loro porta. Albert, che si racconta in prima persona, spiega che la loro vita è semplice e ha una sorta di inesorabile regolarità. Non è una situazione spiacevole, ma l'ultima cosa di cui avrebbe bisogno nelle sue condizioni fisiche sono le sorprese come quelle che scatenerà all'improvviso Richard Atlee. Quest'ultimo si presenta ai due coniugi qualificandosi come l'addetto alla manutenzione della loro caldaia e responsabile del rifornimento di nafta. I Graves, che non vedono mai nessuno, lo invitano a cena cordialmente e gli prestano persino un libro di poesie di Blake.
Nelle settimane successive, da casa cominciano a sparire alcuni oggetti, e marito e moglie si accorgono di strani fili che arrivano fino in cantina. Ben presto si accorgeranno che a sottrarre gli oggetti è stato proprio Richard che se ne è servito per arredare e rifornire l'intercapedine che si trova in cantina nella quale si è insediato come nuovo inquilino. All'inizio i Graves cercano di cacciare il giovane intruso, poi, non riuscendo a farlo decidono di accoglierlo. Non hanno figli, quindi il loro desiderio di essere una famiglia a tutti gli effetti li porterà a trattarlo come il loro ragazzo. Ma Richard è strano, ama stare rinchiuso, si fa vedere poco in giro, è silenzioso e a tratti aggressivo. Poco a poco Albert e Alice scopriranno che il loro ospite non ha una personalità lineare, bensì disturbata e vivranno l'incubo di dover convivere con un uomo che può essere con loro molto affettuoso e protettivo, ma può anche diventare violento e pericoloso.
L'ospite perfetto di Herbert Lieberman, classe 1933 (in uscita il 13 gennaio da minimum fax) è una perfetta macchina ad orologeria di tensione e paura, una storia dalle atmosfere gotiche che venne scritta nel 1971 e che già nel 1972 divenne un incubo televisivo perfetto grazie all'adattamento dei registi John Newland e Buzz Kulik. Il titolo originale dell'opera, Crawlspace, rimanda al vespaio, ovvero quell'intercapedine che spesso viene costruita in alcune case per permettere l'isolamento dall'umidità. È in questo spazio angusto e spettrale che si annida e rifugia Richard come un animale. E che questo luogo sia perfetto per gli horror ce lo ha confermato anche il regista Wes Craven che in La casa nera (1991) fa vivere fra gli interstizi delle pareti e nel sottoscala della dimora dei Robinson un'intera tribù di bambini cannibali.
Se in romanzi come Città di morti, Il fiore della notte e Caccia alle ombre lo scrittore e drammaturgo Herbert Liberman aveva giocato abilmente con il thriller e i serial killer, in L'ospite perfetto sono gli incubi familiari il suo territorio, in una storia affine agli immaginari di Robert Bloch, Richarm Matheson e Shirley Jackson. Soltanto alla fine del romanzo scopriremo da dove nascono le devianze di Richard e qual è la sua vera identità e perché è arrivato proprio nella casa dei Graves.
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