Sono più di tre milioni le donne di servizio sottoposte ad abusi, percosse, violenze fisiche e verbali nei Paesi arabi. È quanto emerge da uno studio condotto dal magazine saudita Sayidaty, dopo che alcuni casi sono balzati agli onori della cronaca negli scorsi mesi. Dallo studio emerge che oltre due milioni di donne di servizio straniere lavorano in Arabia Saudita, mentre negli Emirati il numero di domestiche per abitazione supera in alcuni casi quello dei membri della famiglia, essendo considerate un simbolo di benessere. Il fenomeno non riguarda solo i Paesi del Golfo; anche in Egitto, ad esempio, si contano almeno 177 agenzie di collocamento specializzate.
La grande richiesta si accompagna all'alto numero di abusi a cui le collaboratrici domestiche, spesso asiatiche, sono sottoposte. Il magazine ricorda alcuni casi di cronaca, come quello di una ragazza a cui la padrona di casa ha amputato le labbra e altre parti del corpo, alcuni casi di domestiche tenute prigioniere in casa e stuprate negli Emirati, altri di ragazze torturate con l'elettricità in Egitto. La scorsa estate erano arrivate anche sui giornali occidentali le foto di una donna dello Sri Lanka nel cui corpo i datori di lavoro sauditi avevano conficcato 24 chiodi incandescenti.
«In alcuni casi i datori di lavoro riescono ad aggirare la legge facendo lavorare le domestiche e poi mandandole via senza pagarle» ha commentato Abdul Wahab Haidar, esperto del ministero del Lavoro saudita. «In alcuni casi si ricorre alla scusa che la ragazza soffre di disturbi mentali o è diventata l'amante di un membro della famiglia», ha aggiunto Sherifa Abul-Foutouh, esperta egiziana.
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