Il 5 maggio 1981 moriva di inedia Bobby Sands, 27enne militante dell'Ira dopo aver rifiutato cibo e cure mediche per 66 giorni per protesta contro le condizioni di detenzione nel famigerato «Maze», come veniva chiamato il carcere di massima sicurezza di Long Kesh.
Ora, a 30 anni della sua morte, seguita poi da quella di altri nove militanti nordirlandesi che avevano partecipato allo sciopero della fame, e che divennero martiri della causa dell'Irlanda del Nord, e a 13 dall'accordo del Venerdì Santo che ha portato una pace ancora instabile in Ulster, si temono attentati e attacchi da parte dei dissidenti repubblicani in occasione dell'anniversario.
In queste ultime settimane, infatti, la polizia dell'Irlanda del Nord ha lanciato l'allarme riguardo a quella che viene definita una maggiore capacità di fuoco dei gruppi che non hanno accettato l'accordo del 1998 che ha portato, a partire dal 2007, ad un governo unitario tra cattolici e protestanti. Un allarme che non solo interessa l'Ulster - dove nelle scorse settimane è stato ucciso un poliziotto da un gruppo che si è presentato, nella rivendicazione, come «the Ira»- ma anche nell'intera Gran Bretagna.
Dall'attualità alla storia, l'anniversario riporta alla memoria gli anni più terribili di quelli che gli inglesi, con un loro classico understatment, chiamavano «The troubles» in Irlanda del Nord. Nato nel 1954 in un sobborgo di Belfast, Sands entrò giovanissimo nel 1972 nel Primo Battaglione della Brigata Belfast ma nello stesso anno venne arrestato e rimase in carcere senza processo fino al 1976.
Rilasciato venne poi nuovamente arrestato l'anno dopo e processato per possesso di armi da fuoco (lui e altri quattro erano in una autovettura nella quale venne rinvenuta una pistola) nel settembre 1977 e condannato a 14 anni di carcere. Una pena che fu mandato a scontare a Maze, il carcere di massima sicurezza dove venivano rinchiusi i detenuti dell'Ira.
In carcere, Sands comincia a scrivere articoli e poesie, e quando nell'ottobre 1980 i prigionieri dell'Ira iniziano lo sciopero della fame per ottenere lo status di prigionieri politici che gli inglesi avevano abolito per tutti i crimini commessi dopo il primo marzo 1976, viene scelto prima come portavoce e poi - quando parte la seconda ondata dello sciopero il primo marzo 1981 - comandante dei detenuti.
«Riteniamo che vi sia una certa capacità di lanciare un attentato in Gran Bretagna» spiegavano fonti dell'intelligence britannica proprio nei giorni immediatamente precedenti al matrimonio di venerdì scorso tra il principe Wiliam e Kate Middleton quando era massimo l'allarme anti-terrorismo a Londra. Passato il matrimonio reale, ora le preoccupazioni dei servizi di sicurezza britannici si concentrano sul prossimo viaggio della Regina Elisabetta a Dublino. Nelle scorse settimane alcuni gruppi dissidenti hanno affermato che, se si recherà in Irlanda, la Regina sarà «un obiettivo legittimo».
E il 25 aprile scorso un gruppo di uomini mascherati appartenenti alla Real Ira - uno dei principali gruppi dissidenti che non accettano la pace - hanno definito «un'offesa al popolo irlandese» la visita che dovrebbe iniziare il 17 maggio, durante una cerimonia al cimitero di Derry in occasione dell'anniversario della rivolta di Pasqua del 1916. «La Regina di Inghilterra è ricercata per crimini di guerra e non è desiderata sul territorio irlandese», hanno minacciato ancora.
Già sotto i riflettori dells stampa britannica e internazionale, Sands il 9 aprile 1981, durante lo sciopero della fame, fu eletto al parlamento britannico per sostituire il deputato repubblicano indipendente Frank Maguire, morto da poco. Questo aumentò l'attenzione dei media sullo sciopero nel carcere di massima sicurezza tanto che il governo britannico poi cambiò la legge elettorale per impedire ai detenuti di partecipare alle elezioni.
All'annuncio della morte di Sands - che fu così deputato di Westminster per appena 25 giorni - scoppiarono rivolte e tumulti in tutta l'Irlanda del Nord. Oltre 100.000 parteciparono al corteo del suo funerale, dalla casa di Sands a Twinbrook, West Belfast, fino al cimitero cattolico di Milltown, dove sono sepolti tutti i «volunteers» dell'Ira di Belfast.
La grande attenzione mediatica che provocò la morte di Bobby produsse uno slancio dell'attività dell'Ira, ma d'altra parte i numerosi successi elettorali conseguiti durante lo sciopero aiutò il movimento repubblicano a muoversi verso la politica, avviando così il percorso che, lentamente e dopo molto altro sangue e sofferenze, ha portato al processo di pace.
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