Trimestrale con luci e ombre: Finmeccanica prepara la svolta

Gli utili scendono del 92%, giù anche l’indebitamento: in futuro focus sul core business e qualche cessione. Orsi al comando dal 4 maggio

Trimestrale con luci e ombre: Finmeccanica prepara la svolta

Finmeccanica deve prepa­r­arsi a un ambiente competiti­vo sempre più impegnativo. Lo dice la relazione che accom­pagna la trimestrale. Ed è que­sta la mission che attende il nuovo amministratore della società, Giuseppe Orsi, il qua­le assumerà l’incarico il 4 mag­gio. Intanto i conti del primo trimestre confermano che c’è parecchio da fare per mante­nere in rotta il gruppo di Piaz­za Montegrappa, che soffre della congiuntura economica e della tempesta che sconvol­ge Nord Africa e Medio Orien­te, mercati ancor più cruciali con la diminuzione della spe­sa per la difesa in Gran Breta­gna e negli Usa, con l’Italia che si appresta a ridurre il proprio strumento militare.

I conti, ancorché migliori delle previsioni, confermano il momento delicato. C’è una flessione dei ricavi (-5%, a 3,8 miliardi, rispetto al primo tri­mestre 2010), mentre il risulta­to operativo cala del 14% a 215 milioni e l’utile netto scende del 92% a 7 milioni. E il margi­ne operativo peggiora ancora, al 5,6%. Le note positive vengo­no dal flusso di nuovi ordini (+2%) a 3,8 miliardi, da un as­sorbimento di cassa inferiore del 10%, da un portafoglio ordi­ni che cresce del 6%, dall’incre­mento del 9% degli investi­menti per ricerca e sviluppo. Soprattutto c’è la riduzione dell’indebitamento, calato del 7% a 4 miliardi rispetto al pri­mo trimestre 2010 e senza che ci siano ancora gli effetti della cessione del 45% di Ansaldo Energia e con lo spin-off immo­biliare ancora da avviare.

Finmeccanica sta conducen­do una ristrutturazione, ne pa­ga i costi (13 milioni nel trime­stre), riduce il personale (2.400 unità in meno), raggrup­pa aziende, ma questo ancora non basta per migliorare le per­formance, come chiede il Teso­ro. La ristrutturazione dovrà essere accelerata, in particola­re nel settore aeronautico e in quello elettronico, si dovrà mu­tare la composizione del core business con acquisizioni e di­smissioni mirate. Perché Finmeccanica non ha le risor­se per sostenere i troppi settori nei quali è impegnata. In parti­colare quelli non core, come Energia e Trasporti, ma non so­lo. Per fare tutto questo serve il viatico della politica e buone relazioni sindacali.

Ora i cambiamenti dovran­no avvenire in fretta. Anche perché le cose potrebbero peg­giorare nel corso dell'anno. La concorrenza è sempre più fero­ce: ne ha fatto le spese Agu­staWestland, che ha perso in Turchia contro la statunitense Sikorsky, sostenuta a spada tratta dal governo statuniten­se, con tanto di lettere inviate direttamente da Obama a Er­dogan. Certo è vero che dopo che si era giuntialla quarta “of­ferta finale“ non si poteva ab­bassare ancora i prezzi, per­ché le aziende di Finmeccani­ca non possono vincere con­tratti in perdita. Finanziaria­mente è andata bene così.

E ci può consolare perché il Penta­gono ha deciso di mettere a ga­ra­un programma per un centi­naio di elicotteri per l’aeronau­tica, che si volevano ordinare direttamente a Sikorsky. Buo­ne notizie arrivano anche dal­­l’India, dove sembra che il cac­cia Typhoon (Finmeccanica ha il 36%) sia finalista contro il francese Rafale per un pro­gramma da 126 aerei e 10 mi­liardi di dollari.

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