Finmeccanica deve prepararsi a un ambiente competitivo sempre più impegnativo. Lo dice la relazione che accompagna la trimestrale. Ed è questa la mission che attende il nuovo amministratore della società, Giuseppe Orsi, il quale assumerà l’incarico il 4 maggio. Intanto i conti del primo trimestre confermano che c’è parecchio da fare per mantenere in rotta il gruppo di Piazza Montegrappa, che soffre della congiuntura economica e della tempesta che sconvolge Nord Africa e Medio Oriente, mercati ancor più cruciali con la diminuzione della spesa per la difesa in Gran Bretagna e negli Usa, con l’Italia che si appresta a ridurre il proprio strumento militare.
I conti, ancorché migliori delle previsioni, confermano il momento delicato. C’è una flessione dei ricavi (-5%, a 3,8 miliardi, rispetto al primo trimestre 2010), mentre il risultato operativo cala del 14% a 215 milioni e l’utile netto scende del 92% a 7 milioni. E il margine operativo peggiora ancora, al 5,6%. Le note positive vengono dal flusso di nuovi ordini (+2%) a 3,8 miliardi, da un assorbimento di cassa inferiore del 10%, da un portafoglio ordini che cresce del 6%, dall’incremento del 9% degli investimenti per ricerca e sviluppo. Soprattutto c’è la riduzione dell’indebitamento, calato del 7% a 4 miliardi rispetto al primo trimestre 2010 e senza che ci siano ancora gli effetti della cessione del 45% di Ansaldo Energia e con lo spin-off immobiliare ancora da avviare.
Finmeccanica sta conducendo una ristrutturazione, ne paga i costi (13 milioni nel trimestre), riduce il personale (2.400 unità in meno), raggruppa aziende, ma questo ancora non basta per migliorare le performance, come chiede il Tesoro. La ristrutturazione dovrà essere accelerata, in particolare nel settore aeronautico e in quello elettronico, si dovrà mutare la composizione del core business con acquisizioni e dismissioni mirate. Perché Finmeccanica non ha le risorse per sostenere i troppi settori nei quali è impegnata. In particolare quelli non core, come Energia e Trasporti, ma non solo. Per fare tutto questo serve il viatico della politica e buone relazioni sindacali.
Ora i cambiamenti dovranno avvenire in fretta. Anche perché le cose potrebbero peggiorare nel corso dell'anno. La concorrenza è sempre più feroce: ne ha fatto le spese AgustaWestland, che ha perso in Turchia contro la statunitense Sikorsky, sostenuta a spada tratta dal governo statunitense, con tanto di lettere inviate direttamente da Obama a Erdogan. Certo è vero che dopo che si era giuntialla quarta “offerta finale“ non si poteva abbassare ancora i prezzi, perché le aziende di Finmeccanica non possono vincere contratti in perdita. Finanziariamente è andata bene così.
E ci può consolare perché il Pentagono ha deciso di mettere a garaun programma per un centinaio di elicotteri per l’aeronautica, che si volevano ordinare direttamente a Sikorsky. Buone notizie arrivano anche dall’India, dove sembra che il caccia Typhoon (Finmeccanica ha il 36%) sia finalista contro il francese Rafale per un programma da 126 aerei e 10 miliardi di dollari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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