Paolo Armaroli
A dire il vero, la Camera dei deputati non ha concluso nel migliore dei modi il 2005. Alla seduta dell'assemblea di Montecitorio del 27 dicembre non solo hanno partecipato pochi intimi, per la precisione appena 136 in tutto, ma si sono dati alla latitanza 87 dei 207 deputati che avevano richiesto la convocazione straordinaria della Camera per un dibattito sull'amnistia e dintorni. E buon per loro che il presidente Casini non li ha presi in parola, con il risultato che al dibattito non è seguito un voto. Altrimenti sarebbe platealmente mancato il numero legale e le critiche della stampa sarebbero state ancora più veementi. Intendiamoci, le molte assenze non ci scandalizzano più di tanto. Perché nelle discussioni alle quali non seguono votazioni, com'è il caso delle discussioni generali sulle iniziative legislative, di norma gli oratori si rivolgono alle onorevoli sedie. Lo scandalo, semmai, è il solito Pannella. Che, batti e ribatti, ha preteso che l'assemblea di Montecitorio si riunisse in seduta straordinaria tra Natale e Capodanno per un dibattito puramente accademico, dato che erano arcinote le posizioni divergenti dei vari gruppi parlamentari sia sull'amnistia sia sull'indulto. Il presidente Casini avrebbe personalmente preferito una diversa soluzione. E cioè mettere all'ordine del giorno un provvedimento di clemenza a gennaio dopo una compiuta istruttoria da parte della commissione Giustizia che ha già predisposto un testo unificato in tema di indulto. La predetta commissione si riunirà il 10 gennaio. Ma, anche nella remota ipotesi che si arrivi a un sostanziale accordo generalizzato, non ci sarebbero i tempi tecnici per l'approvazione di un provvedimento che dovrebbe fare i conti anche con il Senato entro il 29 gennaio, quando verranno sciolte le Camere.
Questa brutta fine d'anno non può tuttavia oscurare il bilancio dell'attività della Camera in questa legislatura, che è stato - al pari di quello del Senato - ampiamente positivo. Le sedute dell'assemblea finora sono state 720 per un totale di quasi 4.000 ore. La qual cosa conferma che il nostro Parlamento è senza ombra di dubbio il più stakanovista del mondo. Le leggi d'iniziativa legislativa pubblicate nella Gazzetta Ufficiale sono state 456 rispetto alle 697 della passata legislatura, mentre le leggi d'iniziativa parlamentare sono state 187 rispetto alle 174 della scorsa legislatura.
Questi dati vanno correttamente interpretati. Chi concludesse che i governi di centrosinistra hanno fatto meglio dei due governi Berlusconi che si sono succeduti in questa legislatura senza soluzione di continuità, sbaglierebbe di grosso. La verità è che è proprio della cultura di sinistra considerare i cittadini niente più che bambini sprovveduti i quali vanno seguiti passo passo dalla culla alla bara. Ma l'eterogenesi dei fini sta sempre lì dietro l'angolo. Questi propositi fatalmente tendono a restringere i confini delle libertà. Quasi che non bastassero le cinquantamila e passa leggi in vigore. A tal proposito non può essere sottovalutata la legge di semplificazione 2005 approvata in via definitiva dal Senato lo scorso 24 novembre.
Il ministro per la Funzione pubblica Mario Baccini a buon diritto ne mena vanto. È una legge che aiuta le imprese grazie a peculiari strumenti di semplificazione quali la generalizzazione della denuncia di inizio attività (Dia) e del silenzio assenso. È una legge che viene incontro ai cittadini, perché decadrà buona parte delle leggi anteriori al 1970. Insomma, avremo meno lacci e lacciuoli. Saremo, in buona sostanza, più liberi. Ecco un merito incontestabile dell'attuale governo.
paoloarmaroli@tin.it
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.