Trudy Ederle, la ragazza che sconfisse la Manica

Su Disney+ la pellicola con Daisy Ridley racconta l'impresa della nuotatrice: attraversò per prima lo stretto

Trudy Ederle, la ragazza che sconfisse la Manica
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Il 6 agosto 1926 alle sette del mattino la ventunenne tedesco-americana Trudy Ederle si tuffò nelle acque di Cape Gris-Nez, in Francia. 14 ore e 34 minuti dopo riemerse a Kingsdown, nel Kent. Trudy Ederle fu, quasi un secolo fa, la prima donna ad attraversare a nuoto lo stretto della Manica. Prima di lei ci erano riusciti solo cinque uomini. Trudy aveva anche migliorato di 2 ore il tempo del più veloce dei colleghi maschi.

Ora questa storia dimenticata è raccontata nel delizioso La ragazza del mare, su Disney + dal 19 luglio. Diretto da Joachim Rønning, prodotto da Jerry Bruckheimer, basato sul libro Young Woman and the Sea di Glenn Stout, il film è il più classico degli underdog movie e vede protagonista Daisy Ridley (nella foto), che il pubblico ha apprezzato nel ruolo di Rey Skywalker, negli ultimi film della saga di Guerre Stellari.

Ridley si è dovuta allenare mesi per interpretare la nuotatrice, nata da genitori tedeschi immigrati a New York nel 1905. Grazie al fermo sostegno della sorella maggiore e dei genitori, superò l'ostilità di una società patriarcale per scalare i ranghi della squadra di nuoto olimpica e completare l'impresa: 21 miglia marine a nuoto, nelle gelide acque del canale della Manica.

«Non ero un'abile nuotatrice prima di interpretare questo film - racconta Daisy Ridley - da bambina avevo preso lezioni ma non avevo mai imparato le bracciate del crawl, così prima ho dovuto migliorare il mio stile e poi ho imparato a nuotare come faceva Trudy che aveva un modo tutto suo e molto efficace, con le braccia un po' piegate». Ad allenare l'attrice britannica è stata la nuotatrice olimpica Siobhan-Marie O'Connor, medaglia d'argento alle Olimpiadi del 2016. La stessa Trudy Ederle partecipò alle Olimpiadi prima di compiere l'impresa della traversata della Manica. A Parigi nel 1924 vinse un Oro con la staffetta 4x100 e, singolarmente, ottenne due bronzi, nei 100 e 400 stile libero.

Il film spiega le ragioni per quei solo parziali successi olimpici. Le atlete americane infatti non poterono allenarsi mai durante la traversata oceanica che le portò in Europa. Piscine e palestre sul transatlantico erano ad esclusiva fruizione degli uomini.

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