Tulliani, giallo delle società off-shore: ecco l'affitto da 1.600 euro al mese

Le carte segrete di Montecarlo: il conto bancario su cui il cognato di Fini depositò centinaia di migliaia di euro

Tulliani, giallo delle società off-shore: 
ecco l'affitto da 1.600 euro al mese

Gian Marco Chiocci - Massimo Malpica

Tulliani e Timara Ltd, Timara Ltd e Tulliani. Si intrecciano pericolosamente i destini della società off-shore proprietaria dell’immobile di Montecarlo e l’inquilino eccellente che attraverso il cognato-presidente della Camera sponsorizzò prima la (s)vendita della casa donata ad An dalla contessa Colleoni e poi si ritrovò lui stesso nelle condizioni di andare ad abitare al 14 di Boulevard Charlotte. I destini (e i sospetti) si alimentano in relazione ai risvolti inquietanti sulla ristrutturazione del noto appartamento. Nessuno, però, ha parlato. Nemmeno il celebre syndic Michele Dotta, amministratore di quel prestigioso palazzo e della stragrande maggioranza degli immobili nel Principato, custode dunque dei segreti di migliaia di inquilini, seppe o volle dare delucidazioni al riguardo.

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A forza di scavare siamo arrivati a contattare un preziosissimo testimone: Stefano Garzelli, figlio del più grande costruttore di Montecarlo, presente fisicamente nell’appartamento dei misteri per conto della società Tecabat incaricata di rimettere a posto l’immobile acquistato a un prezzo stracciato dalla Ltd Printemps e che a sua volta lo alienò alla società «gemella» Timara Ltd, attuale proprietaria. Garzelli jr ha rivelato che esisteva «un rapporto diretto» fra Giancarlo Tulliani e la Timara Ltd; che nel cantiere Tulliani era sempre presente e diceva la sua su come dovevano essere fatti gli interventi; che il compenso finale ammontava a 100mila euro ma non ricordava a chi era stato fatturato, se a Timara o a Tulliani. Luciano Garzelli, papà di Stefano, ricevette incarico dall’ambasciatore Mistretta di cercare una soluzione ai problemi immobiliari dei Tulliani. L’imprenditore ha riferito che non solo Giancarlo, ma anche la sorella Elisabetta, mise becco sui lavori; che non si interessò più alla ristrutturazione perché i Tulliani avevano deciso di portare loro i materiali dall’Italia (cucina, arredi, piastrelle, eccetera); che alla fine passò la pratica a una società minore, la Tecabat, dove il figlio per l’appunto lavorava; e infine ha rimarcato come non sia normale che dei semplici affittuari portino «dall’Italia» i materiali per la ristrutturazione, posto che proprio sui materiali insiste il maggior guadagno per le società di restauro.

RESTAURO MADE IN ITALY
Il titolare della Tecabat, Rino Terrana, a cui Garzelli jr faceva riferimento, parlando col Giornale ha complicato la vita a Giancarlo Tulliani: ha ammesso che i 100mila euro del restauro la sua società li ha fatturati personalmente alla Timara Ltd e non al cognato di Fini. A sentire più imprese edili del Principato «non è normale» che i materiali per i lavori vengano portati dall’Italia; «non è normale» che una società monegasca di ristrutturazione accetti questa opzione svantaggiosa, a meno che non abbia ricevuto raccomandazioni importanti cui è impossibile dire di no; «non è normale» che siano gli stessi residenti a Monaco a far arrivare dall’Italia i materiali; non è normale ma è «fattibile» che prima di prendere possesso dell’immobile un inquilino possa mettersi d’accordo con il proprietario dell’appartamento accollandosi l’onere delle spese dei materiali e della ristrutturazione, che successivamente scalerà dalle rate del canone mensile. Quest’ipotesi, purtroppo per Tulliani, si scontra con l’ammissione del proprietario della Tecabat che afferma d’aver fatturato 100mila euro alla Timara e non a Tulliani. Appare dunque singolare che la Timara Ltd, che acquistò la casa messa in vendita da An (su segnalazione del cognato di Fini) dalla gemella Printemps Ltd, si accolli pure le spese della ristrutturazione dando carta bianca su tutto ai Tulliani. A ciò occorre aggiungere che Garzelli senior al Giornale ha detto di essere in possesso delle mail di un architetto romano che per conto dei Tulliani lo contattava ripetutamente proprio in merito ai lavori da effettuare nel famoso appartamento.

IL CANONE DA 19.200 EURO
Ma c’è di più: nel contratto d’affitto che il giovane Tulliani ha firmato il 30 gennaio 2009 verrebbe fuori che il canone annuo versato dal cognato di Fini alla Timara Ltd è assolutamente fuori mercato: appena 19.200 euro l’anno, e cioè solo 1.600 euro al mese. Per una cifra del genere a Monaco farebbero la fila da Ventimiglia. Di più. Per ottenere la residenza a Montecarlo si seguono due strade: o si ha un’attività professionale nel Principato, oppure occorre avere una garanzia bancaria solida che attesti l’indipendenza economica per vivere nel posto più caro al mondo. Dalla sua carta di soggiorno numero 053961 rilasciata il 20 febbraio 2009 risulterebbe che abbia optato per la seconda strada, che da queste parti significa un versamento cospicuo (dai 300 ai 400mila euro cash) vincolato alla banca per tutta la durata della sua residenza.

IL NUMERO DEL TESORO

Il conto numero 175-69-00017-1570-900001, acceso presso la Companie Monegasque de Banque, potrebbe ora essere messo sotto controllo dalla guardia di finanza. E allora, sui risvolti a dir poco curiosi della ristrutturazione, le domande si sprecano: a quale titolo l’affittuario Tulliani durante i lavori si comportava come il padrone dell’immobile? Che tipo di «rapporto diretto» c’è - per usare l’espressione usata da Garzelli jr – fra Tulliani e la Timara? Posto che la Tecabat ha fatturato alla Timara Ltd, chi ha pagato i materiali arrivati dall’Italia visto che secondo Garzelli senior i Tulliani insistettero per portarli personalmente? Se esiste un accordo fra Timara (proprietario) e Tulliani (affittuario) secondo cui quest’ultimo si accolla le spese dei lavori a fronte di un successivo sconto sull’affitto, perché la Tecabat fattura a Timara e non direttamente all’inquilino? Eppoi.

LE UTENZE OFF-SHORE
Tulliani ha girato alcune delle sue utenze personali al 27 avenue Princesse Grace, e più precisamente all’attenzione di James Walfenzao, l’amministratore della società off-shore Printemps Ltd che l’11 luglio, nello studio del notaio Aureglia, formalizzò l’atto d’acquisto dell’appartamento della Colleoni alla presenza del senatore di An Francesco Pontone. Perché lo fece? Perché venne formalizzata questa «deviazione» posto che Tulliani era già residente a Montecarlo da nove mesi? E infine.

Giancarlo Tulliani è a conoscenza che Walfenzao era l’amministratore della Jason Ltd che controlla sia la società che ha comprato l’appartamento dove tuttora abita, sia quella che grazie al suo interessamento presso Gianfranco Fini riuscì ad accaparrarsi l’appartamento da un milione e mezzo di euro spendendone solo 300mila?

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