Monica Bellucci, Carrè Otis, Carla Bruni, Eva Herzigova, Nadia Auermann, le straordinarie top model che negli anni Novanta hanno cambiato la scena della moda e della fotografia, sono protagoniste di una mostra che da oggi e fino all'11 dicembre pone Carpi e i musei di Palazzo dei Pio al centro della scena internazionale. Perché a catturare una sensualità divertita e mai volgare è il portentoso obiettivo del grande Helmut Newton, celebre per la straordinaria celebrazione del corpo femminile. Sono infatti oltre cinquanta le immagini che per la prima volta vengono esposte in Italia scelte dalla celebre mostra A gun for hire. Sono quelle scattate dal grande maestro tedesco scomparso nel 2004 per le campagne promozionali del marchio Blumarine, dalla primavera/estate 1993 fino all'autunno/inverno 1998/1999.
La maison è una delle eccellenze del distretto tessile di Carpi, la città che in provincia di Modena rappresenta 2600 aziende con un fatturato annuo stimato intorno ai 3 miliardi di euro. Ho sempre creduto nel connubio fra moda e arte nelle sue molteplici forme espressive di cui la fotografia è parte integrante. Negli anni Novanta fotografia e moda dialogavano in maniera fervida contribuendo alla creazione di nuovi immaginari, rompendo schemi e innovando gli scenari della comunicazione e in tal senso la collaborazione con Helmut Newton, durata sette stagioni, s'inserì pienamente in questo contesto spiega la stilista Anna Molinari che con il marito Gianpaolo Tarabini fondò Blumarine, la griffe che si appresta l'anno prossimo a festeggiare il suo cinquantesimo anniversario. Un progetto, per l'epoca, rivoluzionario. È la prima volta, infatti, che un marchio italiano legato all'idea tradizionale d'impresa famigliare, idealmente rivolto quindi all'eleganza della donna borghese, sceglie di presentarsi in modo tanto innovativo, sovvertendo il proprio modo di comunicare e privilegiando un'idea di femminilità più eccentrica, giocosamente provocante.
Le campagne elaborate da Newton escono così dagli schemi abituali, rifiutando lo studio delle pose e la costruzione dello storyboard, vivendo dell'istintività e dell'immediatezza dell'ispirazione.
Tra i caratteri unici di questo grande esperimento di comunicazione sta l'ingresso, fisico, dell'autore stesso all'interno dell'immagine, che Newton aveva già sperimentato in alcune sue opere. Talvolta si tratta di un'ombra fugace, altre si osserva solo un piede che s'imprime sulla pellicola. Il gioco di Newton esce dalle rigide gabbie del concept per andare decisamente controcorrente.LSer
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