Tutti comodi davanti alla televisione L’Europa ora c’insegna il vero calcio

Un anno dopo il triplete, la Champions riguarda Spagna, Germania e Inghilterra. Oggi la cenerentola Schalke di Raul contro il Manchester, domani la supersfida Real-Barça

Tutti comodi davanti alla televisione 
L’Europa ora c’insegna il vero calcio

Tutti comodi in poltrona, il calcio spettacolo (simil spettacolo) ce lo propinano gli altri. Noi ce la raccontiamo parlando di campionato equilibrato (e quasi nessuno aggiunge: verso il basso), sbattendo la crapa contro ogni sorta di moviola, struggendoci per campioni di carta e allenatori di legno, qualcuno si accontenta della immaginetta di Mourinho. Ci godiamo i gol sbagliati che tanto... lo scudetto si vince lo stesso. La coppia Cassano-Robinho docet.

Partendo da questi presupposti l’Italia del calcio potrà gustarsi le semifinali di Champions: Spagna, Inghilterra e Germania chiamate all’appello. In Spagna il derby che vale una finale, domani a Madrid, fra una settimana a Barcellona. La strana coppia Schalke 04-Manchester United ad annaffiare la sfida Germania-Inghilterra e, soprattutto, pronta a smentire il pronostico facile. Lo Schalke nella parte di Cenerentola, ma col fiore all’occhiello. In campo un giocatore che da solo ha vinto lo stesso numero di Champions del Manchester: si chiama Raul, è l’uomo con il maggior numero di presenze appunto in Champions (142) ed è il re dei cannonieri: 72 gol. Talvolta il pallone segue una logica che sfugge a qualunque chincaglieria tecnica e tattica e segue le vie della grandezza calcistica.
Direte: in questo quartetto ci poteva stare un’italiana? Difficile dimenticare che l’anno scorso l’Inter del Triplete sembrava una corazzata. Invece quest’anno... Quest’anno ha subito dieci gol da due tedesche (3 dal Bayern e 7 dallo Schalke). Senza dimenticare il 3-0 subito dal Werder Brema, dopo averne rifilati quattro all’andata.

Ecco, proprio numeri e risultati inchiodano brutalmente il calcio italiano e ci dicono che non si può chieder tutto, e di tutto, alla Provvidenza. Partiamo dall’Inter: eliminata dallo Schalke, che magari farà fuori anche il Manchester ma per ora naviga a metà classifica del campionato tedesco, ben distaccata dalla testa, ha dovuto cambiare tecnico (ed è stato un affare) ed aveva cominciato la Champions perdendo con il Lione. Vero che l’Inter ha rischiato di subire una valanga di gol pure dal Bayern e, nelle qualificazioni, ha perso sia contro il Werder Brema (3-0) e sia contro il Tottenham (3-1).
Il Werder, appunto, aveva eliminato la Sampdoria nei preliminari di Champions ma poi non è riuscito a qualificarsi neppure per la Europa League, finendo ultimo nel girone dell’Inter. Non proprio incoraggiante per le nostre. Ma che dire del Tottenham? Ha eliminato il Milan, grazie al successo a San Siro, ma poi si è visto rifilare 5 reti a zero dal Real (1-0, 4-0). C’è da pensare: le nostre due migliori squadre escono triturate (nei risultati) dall’inglese di riserva fra le grandi (Manchester United, Chelsea e Arsenal) eppoi il Real ne fa un boccone. Qualcosa non torna: per la credibilità delle nostre, ovviamente.

Si, ma non basta. La Roma si è fatta eliminare dallo Shakhtar Donetsk, guidato dall’ottimo Lucescu (uno dei migliori allenatori avuti dall’Inter, secondo Moratti), subendo 6 gol, tre a Roma e 3 in trasferta. Poi è arrivato il Barcellona e la simpatica compagnia del tecnico rumeno è stata piallata (5-1 in Spagna e 1-0 in casa). Dunque, ci capiamo?

Tre semifinaliste su quattro hanno, direttamente o indirettamente, spedito al calcio italiano una cartolina da brividi. Voi rimediate figuracce, noi siamo di altra pasta e altra stoffa. Sarà bene che allenatori, giocatori e presidenti ci riflettano un attimo.

Eppoi si godano le semifinali, che vanno viste come una sorta d’atto d’accusa al nostro calcio. E ora? Vinca il migliore. E qualcuno pensa già di saper chi sia. Ma come dice Ralf Rangnick, il tecnico dello Schalke: «Il Manchester è favorito, ma lo era anche l’Inter». Vale per tutti, perfino per Mourinho.

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