Roma - Una notizia che scuote i palazzi romani, un uragano che travolge governo e maggioranza; e se la prima reazione è lo stupore, man mano che passano le ore la meraviglia lascia spazio alla solidarietà. L’annuncio delle dimissioni lanciato ieri dalle pagine del Giornale dal titolare dei Beni culturali Sandro Bondi calamita l’attenzione dei colleghi di governo e dei parlamentari, che si stringono con convinzione attorno al ministro.
L’amaro sfogo del titolare del dicastero di Via del Collegio Romano- «non sono stato sostenuto con la necessaria consapevolezza da queicolleghi che avrebbero potuto imprimere insieme a me una svolta nel modo di concepire il rapporto tra Stato e cultura in Italia» - fa scattare infatti una vera e propria gara di solidarietà nei suoi riguardi. E mentre Manuela Repetti, deputata del Pdl e compagna di Bondi, in Transatlantico invita i colleghi a rispettarne la decisione, i ministri si danno il cambio nel tentativo di convincerlo a cambiare idea.
Il primo a coniare il suo attestato di stima è Ignazio La Russa. «Bondi è uno dei migliori uomini politici e dei migliori ministri di questo governo. Il mio auspicio è che continui a mantenere i suoi ruoli». Di «dirigente insostituibile » portatore di un «contributo indispensabile per rendere ancora più incisiva la nostra azione riformatrice» parla Mariastella Gelmini. Per Gianfranco Rotondi «Bondi è persona di grande sensibilità e valore e non stupisce la profondità con cui vive la difficile esperienza di governo, che proprio per questo gli consiglio di proseguire ». Un invito a restare al suo posto«affinché il governo e l’Italia possano continuare a giovarsi della sua passione e delle sue indiscutibili competenze» viene lanciato da Renato Brunetta. E se Michela Vittoria Brambilla definisce Bondi «persona di grande sensibilità e intelligenza del cui contributo il governo non può fare a meno», Raffaele Fitto ricorda le ristrettezze di bilancio con cui il collega ha dovuto fare i conti e ne loda «la competenza, l’onestà, la sensibilità e l’intelligenza».
La sequenza di pubbliche manifestazioni di stima continua con le parole di Daniela Santanchè che invita il ministro «a non dare soddisfazione a nemici e detrattori» perché «sei più forte nei fatti non come loro nelle parole ». «Piena solidarietà» arriva anche da Mara Carfagna. «Sono certa che, qualunque sia la decisione finale, noi giovani ministri continueremo ad avere il privilegio di ricevere i suoi preziosi consigli e suggerimenti, il piacere di confrontarci con un uomo di grande spessore e di rara lungimiranza e a cui dobbiamo molto». Maurizio Sacconi ricorda «le significative innovazioni introdotte dal ministro», mentre Angelino Alfano lo invita a tenere conto «della fiducia che il Parlamento gli ha rinnovato e del caloroso abbraccio della sua maggioranza».
L’ultimo messaggio è quello di Stefania Prestigiacomo: «Bondi ha avuto il coraggio di posizioni scomode, l’audacia di denunciare
eclatanti casi di conformismo culturale dominante. Per questo Sandro deve resistere, con il forte sostegno del governo e del centrodestra. Abbiamo bisogno del suo lavoro, della sua intelligenza, della sua passione».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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