Nella guerra tra l’Italia e Stellantis, si intromette Paolo Del Debbio. E lo fa senza giri di parole, senza troppo filosofeggiare, nonostante filosofo lo sia davvero. Gli Elkann, dopo aver tanto ricevuto da questo Paese ed essersi “dimenticati”, diciamo così, di onorare le promesse fatte, secondo il conduttore di Rete4 dovrebbero “smetterla di prenderci per il c***”. Papale papale.
A Quarta Repubblica ieri sera si è discusso lungamente della crisi dell’automotive, delle immatricolazioni Stellantis in drastico calo, degli utili dell’ex Fiat dimezzati nel primo trimestre e soprattutto dei circa 10mila posti di lavoro in meno. Il futuro non è roseo. E l’ha detto pure Carlos Tavares, ad di Stellantis, in quella discussa audizione in Parlamento in cui è tornato a chiedere incentivi per favorire l’acquisto di auto elettriche che gli automobilisti italiani non vogliono. Nuovi soldi prelevati dai contribuenti per tenere in piedi il mercato nonostante l’azienda stia chiedendo ai suoi fornitori di spostare all’estero (in Marocco, ma non solo) parte della produzione della componentistica; nonostante il blocco della produzione a Mirafiori; nonostante la realizzazione di diversi modelli in Polonia, Algeria e Serbia; nonostante la garanzia pubblica di 6,3 miliardi incassata del 2020; e nonostante la (utopica) promessa di produrre qui 1 milione di auto al momento ben lontana dall'essere sfiorata.
“Non so se è finito un mondo - dice Del Debbio a Nicola Porro - Certamente è finito il tempo di farci continuare a prendere per il c*** da Stellantis”. Sia per lo “scarso senso istituzionale che hanno dimostrato”, visto il rifiuto di John Elkann di presentarsi in Parlamento. Sia per la “boriosa e sprezzante lezioncina che Tavares ha voluto darci”. “Che smettesse di fare il portoghese - attacca il conduttore - cioè di andare sul bus senza pagare il biglietto, perché di tutte le promesse fatte ad oggi non ne hanno mantenuta alcuna”. Certo, può darsi che i giovani oggi non considerino più l’auto come uno status simbol. È facile immaginare che il settore sia in crisi non solo in Italia, ma in tutto il mondo: vedi Volkswagen. Ma per Del Debbio “tutto questo non vuol dire nulla sulle promesse non mantenute”.
Stellantis ha "beccato per la cassa integrazione tra il 2011 e il 2024 ben 886 milioni di euro”, oltre agli incentivi, le garanzie statali e tutto il resto. “Che fine hanno fatto questi soldi? - si chiede il conduttore - Basta. Vogliono fare tutto all’estero? Lo facciano. Ma non chiedano più soldi e non ci prendano per il cul*. È finito quel tempo”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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