Favolacce

In un momento in cui l'ossessione per l'inclusività etnica e sessuale sembra aver toccato la punta più alta dell'onda - e non vediamo l'ora che si infranga sulla battigia - le piattaforme internazionali che producono film e serie tv non sanno più cosa inventarsi per tutelare le minoranze e valorizzare le diversità

Favolacce
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L' inizio è da barzelletta. E purtroppo anche la fine.

Comunque, comincia così: «Ci sono un nero, un gay e un disabile». Il problema è che in questa Storia (con la maiuscola) sono la stessa persona...

In un momento in cui l'ossessione per l'inclusività etnica e sessuale sembra aver toccato la punta più alta dell'onda - e non vediamo l'ora che si infranga sulla battigia - le piattaforme internazionali che producono film e serie tv non sanno più cosa inventarsi per tutelare le minoranze e valorizzare le diversità. Come se poi l'arte avesse a che fare qualcosa con l'etica.

E così ecco la serie tv del momento: My Lady Jane, una rilettura in versione fantasy del Periodo Tudor - l'anno dell'ambientazione è il 1553 - in cui si racconta la vita di Lady Jane Grey, regina d'Inghilterra e d'Irlanda. La serie è divertente, paradossale, irriverente. Ma poi entra in scena re Edoardo VI. Nero. Omosessuale (almeno fino alla puntata che abbiamo visto noi, ma non escludiamo cambi di genere nel proseguo della serie). E su una sedia a rotelle.

Ora. Noi siamo per un'inclusività totale. Vorremmo film, serie e romanzi con dentro tutti: neri, fluo, depressi, slavi, queer, la Murgia

Avremmo aggiunto anche qualche

luogo comune in più nella storia, figuriamoci.

Del resto la produzione è inglese. È stata elogiata dal New Woke Times. E sta ottenendo un grande successo in tutto quell'Occidente che, ormai vinto, adora la propria disfatta.

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