Le aveva messe in preventivo Sergio Rubini le critiche verso il suo Leopardi, rivisitato in chiave meno nichilistica e raccontato senza deformità fisiche (la gobba) ma in chiave più «brillante, variopinta e trasgressiva». E aveva spiegato di aver fatto un'operazione alla Milos Forman con il film Amadeus: e cioè catturare l'attenzione del pubblico per avvicinarlo al poeta nonostante il ritratto non sia perfettamente coerente con la realtà della figura storica. In effetti, se questo era l'obiettivo, l'operazione è abbastanza riuscita: la prima puntata di martedì è stata vista da 4.112.000 spettatori pari al 24% di share, che non è proprio male per una serie letteraria. Nella seconda puntata di mercoledì l'interesse è calato: 3.651.000 spettatori pari al 20.54% di share. Il pubblico è stato più attratto dagli studi «matti e disperatissimi» del giovane conte e dai suoi tentativi di fuga da Recanati, piuttosto che dal triangolo amoroso tra lui, la dea Fanny Targioni Tozzetti e l'amico-protettore Antonio Ranieri su cui, in effetti, la sceneggiatura ha insistito troppo a scapito della portata rivoluzionaria del pensiero e della scrittura del poeta.
In ogni caso, anche grazie all'interpretazione di Leonardo Maltese (foto) che ne fa un giovane malato, ammaliato, esile, ma indomito, ne è uscita una lettura lontana dalla retorica dei libri scolastici. E solo per questo valeva la pena lo sforzo enorme messo in campo dalla Rai.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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